Il
testo, attualmente, è al vaglio del Quirinale ed entro la prossima
settimana dovrebbe essere trasmesso al Senato.
Una
volta ottenuto il via libera dal
Parlamento, il Governo avrà sei mesi di tempo per predisporre i necessari
decreti attuativi.
L'idea
di base è quella di calibrare la convenienza per i datori di lavoro nella scelta
della tipologia contrattuale, attraverso una diversa onerosità dei contributi
sociali obbligatori.
L’obiettivo
è quello di introdurre all'inizio del
2015 un nuovo ventaglio di soluzioni contrattuali.
Il
panorama passerà dal rapporto a termine,
leggermente più costoso, al nuovo contratto a tutele crescenti, più vantaggioso
nella fase di chiusura del rapporto e nella contribuzione dovuta, fino ad arrivare
al più conveniente, in termini di spesa complessiva, contratto a tempo
indeterminato.
Il
Disegno di Legge prevede inoltre una revisione degli ammortizzatori sociali, mirata
a garantire protezioni più uniformi ed estese in caso di disoccupazione
involontaria, in base alla storia contributiva dei lavoratori.
In
sostanza, verrà introdotta una nuova indennità di disoccupazione in sostituzione dell’attuale Aspi, la cui
fruizione sarà garantita anche a quei lavoratori ora privi di tutela in caso di
perdita del posto.
I
lavoratori che, dopo l'esaurimento della “nuova Aspi” non riusciranno a ricollocarsi,
potranno poi beneficiare di un ulteriore assegno di disoccupazione, al quale
potranno accedere in presenza di determinate
condizioni reddituali accertate con lo strumento Isee.
Continueranno
ad essere esclusi dall’indennità di disoccupazione i lavoratori in Partita Iva.
Per tale ragione il Ministero del lavoro attiverà a breve una mirata attività
ispettiva per reprimere eventuali abusi
in questa forma di inquadramento.
Per
garantire il necessario equilibrio finanziario per la maggiore spesa richiesta dalla “nuova Aspi” sarà immediatamente eliminata la
mobilità in deroga, e verrà approntata la progressiva uscita dalla cassa
integrazione in deroga.
Tra
le fonti di finanziamento del sussidio in commento, 600 milioni saranno
garantiti dall'abolizione della Cig prevista in caso di cessazione di attività
aziendale, mentre una minore spesa per
la Cig sarà consentita dai nuovi filtri
introdotti per la sua concessione. Per fruire della Cassa Integrazione le
aziende dovranno infatti dimostrare di aver preventivamente tentato, rispettivamente,
la riduzione dell'orario, lo smaltimento delle ferie ed il ricorso alle
solidarietà. Verrà inoltre introdotto un
meccanismo di compensazione contributiva in favore delle imprese che ridurranno
il ricorso alla Cassa Integrazione.
Valerio
Pollastrini
N.B. – Sarà
possibile accedere agli altri commenti sulle disposizioni del Jobs Act
attraverso il lik “Jobs Act” inserito tra le etichette del presente blog
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