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lunedì 21 aprile 2014

Al via la riduzione degli stipendi pubblici

Dal 1° maggio 2014 saranno operativi il taglio sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici e la riduzione dei compensi per consulenze e collaborazioni esterne.

Il Decreto Legge di applicazione della “spending review”, attualmente al vaglio  del Consiglio dei Ministri, fissa in 239.181,00 €, corrispondenti al valore dell’assegno spettante al Presidente della Repubblica, il limite invalicabile per le retribuzioni pubbliche.

La decurtazione dei compensi, oltre  i dirigenti pubblici, dovrebbe riguardare tutti coloro che  ricevono retribuzioni o emolumenti a carico della finanza pubblica nell'ambito di rapporti di lavoro  subordinato o autonomo, con pubbliche amministrazioni o società partecipate.

Il tetto dell'appannaggio del Presidente della Repubblica sarà applicato anche in caso di cumulo di più incarichi, pure se occasionali, e sarà esteso ai componenti dei consigli di amministrazione, nonché agli organi di direzione e controllo delle amministrazioni obbligate al taglio.

Dunque, i dirigenti titolari degli incarichi di massimo rilievo, come i segretari generali dei ministeri, i capi dipartimento o i lavoratori ad essi assimilati non potranno mai ricevere  un trattamento economico superiore al suddetto limite.

Il Decreto prevede, inoltre, una diversa modulazione del massimo retributivo secondo tre fasce di reddito, relative rispettivamente:

-         ai  dirigenti di prima fascia con incarichi non apicali;
-         ai dirigenti di seconda fascia;
-         ai dirigenti i cui incarichi siano assimilabili;

Quanto alla specifica determinazione del limite retributivo, per ciascuna delle citate tipologie dirigenziali il tetto dell’assegno spettante al capo dello Stato sarà diversamente ridotto.

Per il futuro, eventuali incrementi del compenso del Presidente della Repubblica si tradurranno in un innalzamento dei tetti stipendiali solo se recepiti dalla contrattazione collettiva.

Entro 30 giorni dall’entrata in vigore del Decreto Legge in commento, e comunque a partire dal primo maggio, anche le retribuzioni in favore dei componenti degli organi costituzionali, come Parlamento e Corte Costituzionale, e gli organi di autogoverno della magistratura saranno adeguate secondo i nuovi parametri.

La norma, sembra inoltre  prospettare un taglio anche per i dirigenti c.d. “a contratto” reclutati dai dipendenti in aspettativa o fuori ruolo della medesima amministrazione conferente l'incarico. Costoro non potranno ricevere un trattamento economico complessivamente superiore a quello in godimento, incrementato del 25%.

Ai fini previdenziali, le riduzioni dei trattamenti retributivi dovrebbero operare con riferimento all'anzianità contributiva maturata a decorrere dalla vigenza del Decreto.

Valerio Pollastrini

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