Le leggi n. 193/2000 e n. 381/2001 prevedono
alcuni vantaggi fiscali e contributivi in favore delle imprese pubbliche e
private che assumono lavoratori detenuti per un periodo di tempo non inferiore
a 30 giorni.
Con un nuovo Dm il Ministero della
giustizia ha recentemente stanziato ulteriori 20 mln di euro per il 2013 e 10
mln annui dal 2014 per incrementare tali agevolazioni.
Per chi assumerà soggetti in stato di
detenzione è previsto un credito d'imposta fino a 700 euro al mese e oneri
contributivi ridotti all'80%, mentre la
durata delle agevolazioni è stata ampliata a due anni.
Il regolamento attuativo fissa il bonus
mensile per ciascun detenuto assunto a 700 euro per il 2013 e a 350 euro dal
2014 in poi.
Nell'ipotesi di detenuti in semilibertà
provenienti dalla detenzione, gli sgravi saranno, invece, pari a 350 e 300
euro.
L'importo degli aiuti dovrà essere
parametrato sia alle giornate lavorative prestate sia all'orario di lavoro ed
il credito d'imposta spetterà anche per le attività formative.
Novità positive anche per il credito d’imposta
spettante successivamente alla
cessazione dello stato di detenzione che sarà aumentato di 6 mesi, fino a un massimo
di 24, mentre la decontribuzione all'80% verso Inps e Inail durerà 18 mesi.
Il mancato gettito sarà rimborsato agli
enti dal dipartimento amministrazione penitenziaria.
L’operatività delle nuove misure subirà
però un ritardo in quanto il Consiglio di stato ha richiesto alcune modifiche
sostanziali sul regime transitorio (parere n. 45/2014) ed il Ministero dovrà
quindi rimettere mano al dm attuativo.
Allo stato attuale, infatti, risulta
fissato il tetto massimo degli incentivi, ma non è chiaro come in concreto per
ogni singola fattispecie venga determinata la misura del credito d'imposta. Lo
schema di regolamento è stato altresì giudicato «lacunoso» di un regime transitorio che
disciplini i vari casi: rapporti di lavoro instaurati prima, durante e dopo il
2013.
Valerio Pollastrini
Nessun commento:
Posta un commento