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sabato 30 novembre 2013

Eccessivo il licenziamento del dipendente sorpreso a scaricare programmi da “eMule” con il pc dell’azienda


Nella sentenza n.26397 del 26 novembre 2013 la Corte di Cassazione ha ritenuto illegittimo il licenziamento irrogato  dalla Bristol Myers Squibb di Roma ad un dipendente che, utilizzando il pc dell’ufficio, aveva scaricato da “eMule”  alcuni programmi per fini personali, senza che l’azienda l’avesse preventivamente autorizzato ad installare il software.

Secondo la tesi datoriale, la condotta del lavoratore, perpetrata in aperta violazione della policy aziendale e del codice di comportamento interno, aveva inoltre posto in pericolo la riservatezza dell’azienda.

Al termine dei due gradi di giudizio di merito  il recesso era stato dichiarato illegittimo e, conseguentemente, il lavoratore era stato reintegrato in azienda. 

La società aveva quindi ricorso in Cassazione, sostenendo che l’installazione e l’utilizzo di “eMule” sul pc aziendale avesse leso irreparabilmente l’elemento fiduciario alla base del rapporto di lavoro.

La Suprema Corte ha però confermato quanto già disposto dal giudice d’appello, ritenendo che, nel caso di specie, la condotta del dipendente non fosse di una gravità tale da giustificare l’adozione della sanzione espulsiva.

Valerio Pollastrini

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