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domenica 3 marzo 2013

L'Istat fotografa la situazione occupazionale aggiornata a gennaio 2013


Sono impietosi i dati sull'occupazione forniti dall'Istat dopo il primo mese del 2013.

Il tasso di disoccupazione ha raggiunto l'11,7% con un aumento di 4 decimi di punto in un solo mese e ben 2,1 punti in più rispetto al 2012 che si era segnalato come un anno nero per la nostra occupazione.

Ad oggi sono circa 3 milioni le persone in cerca di impiego,  oltre mezzo milione in più rispetto allo stesso mese dell'anno precedente con un'impennata di 110mila unità solamente dal  dicembre 2012.

Drammatica la situazione nel Mezzogiorno, dove la disoccupazione è arrivata al valore medio del 17,2%.

Si tratta di un'erosione costante di posti di lavoro iniziata tra il 2011 e il 2012 che ha colpito una media di 636mila unità.

La categoria maggiormente penalizzata e' quella dei giovani.

Per i soggetti tra i 15 ed i 24 anni l'ultimo valore accertato e' il 38,7%, più 1,6 rispetto a dicembre e oltre 6,4 punti su base annua.

Sono circa 655mila i ragazzi in cerca di occupazione e che rappresentano il 10,9% della popolazione in questa fascia d'età.

Per quanto riguarda l'analisi relativa ai soggetti occupati, persiste la marcata differenza di genere.

Fortemente penalizzate le donne. Quelle occupate sono il 46,8%, mentre il valore per gli uomini si attesta al 65,8%

Se tra  il 2011 e il 2012 l'occupazione italiana è calata di circa 151mila unità, quella straniera è invece aumentata di 83mila unità.

I dati dell'Istat evidenziano inoltre l'influenza della riforma previdenziale sui valori dell'occupazione.

Il calo dei soggetti italiani occupati coinvolge i lavoratori di eta' compresa tra i 15 e i 49 anni. Per gli ultracinquantenni si registra invece una crescita degli occupati causata  dell'inasprimento dei requisiti anagrafici e contributivi per l'accesso alla pensione.

Le informazioni relative ai settori produttivi mostrano l'industria, principalmente le piccole e medie aziende,  decisamente penalizzata con una perdita occupazionale di 83mila unità.

Sempre in calo l'edilizia, con 93mila occupati in meno, mentre il terziario ha evidenziato un dato positivo con una crescita di 109mila unità lavorative, pari ad un più 0,7%.

Anche sul versante della qualita' dell'occupazione continua il trend negativo.

Nel 2012 sono stati 99mila i dipendenti in meno con un'occupazione tempo indeterminato, mentre quelli  a termine sono  aumentati di 72mila unita'.

I lavoratori con contratto a tempo pieno  sono diminuiti di 423mila unita' mentre quelli a tempo parziale sono aumentati di 355mila. L'incidenza di chi svolge forzatamente un lavoro con orario parziale e' salita inoltre al 57,4%.

Valerio Pollastrini

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