Sono impietosi i dati sull'occupazione forniti
dall'Istat dopo il primo mese del 2013.
Il tasso di disoccupazione ha raggiunto l'11,7% con
un aumento di 4 decimi di punto in un solo mese e ben 2,1 punti in più rispetto
al 2012 che si era segnalato come un anno nero per la nostra occupazione.
Ad oggi sono circa 3 milioni le persone in cerca di
impiego, oltre mezzo milione in più
rispetto allo stesso mese dell'anno precedente con un'impennata di 110mila
unità solamente dal dicembre 2012.
Drammatica la situazione nel Mezzogiorno, dove la
disoccupazione è arrivata al valore medio del 17,2%.
Si tratta di un'erosione costante di posti di lavoro
iniziata tra il 2011 e il 2012 che ha colpito una media di 636mila unità.
La categoria maggiormente penalizzata e' quella dei
giovani.
Per i soggetti tra i 15 ed i 24 anni l'ultimo valore
accertato e' il 38,7%, più 1,6 rispetto a dicembre e oltre 6,4 punti su base
annua.
Sono circa 655mila i ragazzi in cerca di occupazione
e che rappresentano il 10,9% della popolazione in questa fascia d'età.
Per quanto riguarda l'analisi relativa ai soggetti
occupati, persiste la marcata differenza di genere.
Fortemente penalizzate le donne. Quelle occupate
sono il 46,8%, mentre il valore per gli uomini si attesta al 65,8%
Se tra il
2011 e il 2012 l'occupazione italiana è calata di circa 151mila unità, quella
straniera è invece aumentata di 83mila unità.
I dati dell'Istat evidenziano inoltre l'influenza
della riforma previdenziale sui valori dell'occupazione.
Il calo dei soggetti italiani occupati coinvolge i
lavoratori di eta' compresa tra i 15 e i 49 anni. Per gli ultracinquantenni si
registra invece una crescita degli occupati causata dell'inasprimento dei requisiti anagrafici e
contributivi per l'accesso alla pensione.
Le informazioni relative ai settori produttivi
mostrano l'industria, principalmente le piccole e medie aziende, decisamente penalizzata con una perdita
occupazionale di 83mila unità.
Sempre in calo l'edilizia, con 93mila occupati in
meno, mentre il terziario ha evidenziato un dato positivo con una crescita di
109mila unità lavorative, pari ad un più 0,7%.
Anche sul versante della qualita' dell'occupazione
continua il trend negativo.
Nel 2012 sono stati 99mila i dipendenti in meno con
un'occupazione tempo indeterminato, mentre quelli a termine sono aumentati di 72mila unita'.
I lavoratori con contratto a tempo pieno sono diminuiti di 423mila unita' mentre quelli
a tempo parziale sono aumentati di 355mila. L'incidenza di chi svolge
forzatamente un lavoro con orario parziale e' salita inoltre al 57,4%.
Valerio Pollastrini
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