Tra le condotte dei lavoratori
divenute ormai di uso comune, ve ne sono alcune che la Corte di Cassazione ha ricordato passibili
di pesanti sanzioni disciplinari.
Tra queste, ad esempio, le assenze immotivate dalla postazione
lavorativa, l’allontanamento per effettuare la ricarica del cellulare, lunghe telefonate
personali con la linea dell’ufficio, l' atteggiamento poco
collaborativo nei riguardi dei colleghi o il comportamento finalizzato a creare
discordia nell'ambiente lavorativo.
Certamente intollerabile e'
l'atteggiamento incline al litigio che
sfoci nel contatto fisico violento fra
lavoratori.
Per quanto riguarda invece la
c.d. pausa caffè durante l'orario di lavoro, la Suprema
Corte, nella sentenza n.4509/12,
ne ha riconosciuto l'effetto benefico, sottolineando che un piccolo break puo'
essere tollerato, a patto che sia limitato a pochi minuti.
Recenti studi della New York University hanno infatti confermato
che una breve pausa aiuta il cervello ad elaborare ed immagazzinare
informazioni nuove. In sostanza, una piccola interruzione della
prestazione permette al lavoratore di
recuperare le energie psico-fisiche e favorisce un successivo migliore
espletamento del servizio.
Naturalmente, tutte le
fattispecie elencate devono essere valutate in relazione al caso di specie,
parametrando la gravita' della condotta ai fattori circostanziati quali la
recidivita', l'entita' della mancanza,
la particolare posizione e la mansione
del lavoratore.
Valerio Pollastrini
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