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venerdì 1 marzo 2013

La condanna per violenza sessuale legittima il licenziamento


Nella sentenza n.2168 del 30 gennaio 2013 la Corte di Cassazione ha ritenuto legittimo il licenziamento di un dipendente in seguito alla condanna di quest'ultimo per violenze di natura sessuale.

La questione attiene in generale alla legittimita' dei provvedimenti disciplinari irrogati dai datori di lavoro per le condotte illecite  tenute dai dipendenti al di fuori del contesto lavorativo.

Il caso e' quello di un dipendente condannato a 2 anni di reclusione per aver usato violenza sessuale su alcune giovani donne.

Venuta a conoscenza dei fatti, l'azienda, titolare di un servizio pubblico, provvedeva ad irrogare il licenziamento.

In seguito all'impugnazione dell'atto di recesso da parte del lavoratore, il caso, dopo due gradi di giudizio,  giungeva innanzi alla Cassazione.

La Suprema Corte, pur negando conseguenze automatiche in ambito lavorativo di quanto compiuto dai lavoratori nella sfera privata, nel caso di specie ha ritenuto legittimo il licenziamento.

Il forte disvalore sociale dei reati commessi,  oltre a ledere irreparabilmente il rapporto fiduciario nei confronti di un lavoratore che rivestiva tra l'altro la mansione di capo-gruppo, e' tale da danneggiare l'immagine dell'azienda anche in considerazione del grande rilievo che gli organi di stampa hanno riservato alle violenze perpetrate.

Valerio Pollastrini

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