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mercoledì 1 agosto 2012

Apprendistato: le modifiche della riforma Fornero

La riforma del lavoro conferma l'apprendistato quale strumento privilegiato per introdurre i giovani nel mercato del lavoro. L'istituto mantiene pertanto la finalita riservatagli dal recente Testo Unico e cio' anche in conseguenza della soppressione di ogni altra tipologia contrattuale volta ad agevolare l'assunzione di giovani lavoratori.

 

Le novità della Riforma

Una delle principali novità della Riforma riguarda i limiti numerici per l’assunzione di apprendisti.
Dal  1° gennaio 2013 ogni datore di lavoro con più' di 10 dipendenti potra' assumere apprendisti nel limite massimo del rapporto di 3 a 2 rispetto ai lavoratori specializzati e qualificati occupati presso l'azienda.
I datori di lavoro con meno di 10 dipendenti rimangono invece vincolati al rapporto di 1 a 1.
Per quanto riguarda le aziende prive di personale   o che ne abbiano in numero inferiore a 3, e' possibile assumere un massimo di 3 apprendisti.

Altri limiti per le nuove assunzioni
Per le aziende con più' di 10 dipendenti, l'assunzione di nuovi apprendisti e' condizionata alla conferma in servizio di almeno il 50% degli apprendisti la cui fase formativa sia terminata nei 36 mesi precedenti. Dal computo sono esclusi i contratti cessati per dimissioni, recesso durante il periodo di prova, licenziamento per giusta causa.
La conseguenza, per l'eventuale assunzione di nuovi apprendisti  in violazione dei suddetti limiti, e' l'automatica trasformazione in contratto di lavoratoro subordinato a tempo indeterminato dalla data di costituzione del rapporto.
Per i primi 36 mesi successivi all’entrata in vigore della nuova disciplina, la suddetta percentuale è abbassata al 30%.
La riforma prevede che la durata minima del contratto non potra' essere  inferiore a sei mesi, fatti salvi i rapporti stagionali.
La durata massima del contratto  e' invece fissata in 4 anni. Agli artigiani e' pero' consentita la maggior durata di 5 anni. Tale possibilita' e' estesa, inoltre, per i profili professionali caratterizzanti la figura dell’artigiano, individuati dalla contrattazione collettiva di riferimento delle altre categorie.

Valerio Pollastrini

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