Il monito lanciato da Marina Calderone, Presidente del
Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, al convegno di
questa mattina presso la Camera dei Deputati
In un momento in cui la qualità dell'istruzione è in calo, i
tempi di conseguimento del titolo di laurea si allungano e la disoccupazione
giovanile supera il 50% nelle regioni del Mezzogiorno, rafforzare il dialogo
tra formazione e lavoro e tra Università ed imprese deve essere una priorità.
E’ questo, in sintesi, il monito lanciato dalla Presidente del Consiglio
Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone, al convegno
svoltosi questa mattina, presso la Camera dei Deputati, sul tema: "La
centralità di una scuola seria. Più istruzione per la formazione e il lavoro”.
Nel suo intervento, la Presidente Calderone si è soffermata
sulla necessità di rivedere l'offerta formativa per adeguarla alle esigenze del
mondo del lavoro, sottolineando che la formazione, per poter essere utile, ha
bisogno di essere finalizzata in percorsi ben precisi e coadiuvata al tempo
stesso da un percorso di orientamento al lavoro che deve iniziare già sui
banchi di scuola. “Se è vero che sempre più spesso il corso di laurea non
riesce a garantire il lavoro sognato, - ha commentato Marina Calderone -
qualche chance in più sembrano oggi averla i laureati in Informatica e
Ingegneria, solo perché da tempo il rapporto tra imprese e atenei in questo
ambito è più stretto”. “Ma c’è ancora molto da fare”, ha aggiunto la
Presidente. “E’ necessario un sistema di acquisizione delle competenze che
renda più facile il dialogo tra mercato e Università, coinvolgendo anche il
mondo delle professioni per rendere più elevata la formazione e di conseguenza
più competitivo il nostro Paese”.
Già la Corte dei Conti, infatti, con la Delibera n. 7 del 19
aprile 2010, aveva fornito il "Referto sul sistema universitario” facendo
riflettere sull'utilità della riforma universitaria targata Berlinguer-Zecchino
che, tra i suoi principali obiettivi, aveva quello di collegare il mondo
accademico con quello lavorativo, in linea con quanto già applicato nei
principali paesi europei. Infatti, a più di dieci anni dall’introduzione del
sistema di istruzione a doppio ciclo (laurea triennale e laurea specialistica),
la riforma non ha prodotto i risultati attesi, né in termini di aumento dei
laureati né in termini di miglioramento della qualità dell’offerta formativa,
generando al contrario un’eccessiva frammentazione delle attività formative ed
una moltiplicazione spesso non motivata dei corsi di studio.
Tra i partecipanti al convegno anche Silvia Costa,
Presidente Commissione Cultura e Istruzione del Parlamento Europeo, Maurizio
Drezzadore, consulente del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali,
Marco Paolo Nigi, segretario generale Snals-Confsal e Salvatore Piroscia,
Direttore generale Confsalform, tutti concordi nell’affermare che il dibattito
sulla formazione deve essere centrale anche nell’opinione pubblica.
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