Negli ultimi 4 anni le sofferenze nel sistema bancario
italiano sono cresciute di quasi il 93% passando da 104,3 miliardi di euro di
fine novembre 2011 a 201,0 miliardi di euro (fine novembre 2015).
Alla luce
dell’accordo raggiunto in questa settimana tra il Governo italiano e la
Commissione europea, volto a risolvere il problema delle sofferenze, e ai
provvedimenti che dovrebbero essere presi a breve dal Consiglio dei Ministri,
l’Ufficio studi della CGIA di Mestre ha mappato i livelli raggiunti dalle
sofferenze su base regionale e provinciale.
Se a livello nazionale il peso delle sofferenze sugli
impieghi ha raggiunto l’11%, l’analisi territoriale indica come la quota
maggiore dei crediti deteriorati sia preponderante nel Sud del paese, dove ha
toccato il 16,1% del totale impieghi. I livelli più elevati si verificano in
Molise (20,7%) e Basilicata (19,9%) ma anche alcune regioni del Centro Italia
soffrono: per Marche e Umbria le quote delle sofferenze sugli impieghi si
attestano rispettivamente al 19,1% e al 16,5%, incidenze di gran lunga
superiori alla media della loro ripartizione geografica, il Centro Italia, che
presenta un livello inferiore al 10% (per l’esattezza il 9,3%).
“L’incidenza del livello delle sofferenze – esordisce il
Coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – dipende ovviamente dagli effetti
della crisi economica che ha colpito maggiormente le regioni del Mezzogiorno ma
anche alcune realtà produttive del Centro Italia come Marche, Umbria e Toscana.
L’analisi territoriale evidenzia come le regioni che hanno risentito di meno
della spinta delle sofferenze siano state quelle più legate all’economia dei
servizi e al turismo: il Trentino Alto Adige presenta un livello di incidenza
al di sotto degli 8 punti percentuali; Valle d’Aosta e Lazio addirittura meno
del 7%”.
A livello provinciale il record delle sofferenze è detenuto
dalla provincia di Isernia (28,5% la quota raggiunta sul totale degli
impieghi); a seguire, più staccate, completano il podio Olbia-Tempio (23,2%) e
Matera (23,1%). Nei primi 10 posti di questo rank negativo tra le province più
in difficoltà si inseriscono anche due realtà del Centro: Arezzo è quinta con
il 22,0% e Pesaro-Urbino è nona con il 19,7%. In fondo alla classifica, al di
sotto della soglia del 7%, si contano solamente quattro province: Aosta (6,9%),
Sondrio (6,0%), Roma (5,6%), Bolzano (5,3%) e Trieste (4,7%) che risulta la
realtà con la quota di sofferenze più bassa d’Italia.
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