E' stato pubblicato oggi sul sito del Dipartimento del
Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze il primo Rapporto sul Debito
Pubblico italiano, illustrato alla stampa. Il documento, una sorta di
"numero zero", contiene dati e informazioni relativi al 2014.
Dal 2016 il Rapporto verrà pubblicato regolarmente, con
cadenza annuale, in primavera, facendo riferimento all’anno precedente.
Le informazioni sul debito, pubblicate nel corso dell’anno
in momenti e forme diverse, vengono così presentate per la prima volta in rete
in un documento organico e completato con elementi aggiuntivi per migliorare la
qualità e il livello di trasparenza della comunicazione e per facilitare la
comprensione delle strategie adottate dall’Amministrazione in una funzione
cruciale quale la gestione del debito pubblico.
Dati più aggiornati, relativi al 2015, sono disponibili su
questo sito nella sezione Debito Pubblico, dove vengono pubblicati
regolarmente, oltre ai comunicati e ai risultati di tutte le aste, le linee
guida sul debito pubblico, il calendario delle aste, i bollettini trimestrali,
gli altri dati statistici, i documenti e rapporti sul tema.
Pubblichiamo l'introduzione del ministro Padoan al Rapporto
e in allegato l'intero Rapporto.
Prefazione del
ministro Pier Carlo Padoan
La politica economica italiana è impostata su un orizzonte
pluriennale e su più dimensioni, al fine di affrontare ritardi strutturali
accumulati dal nostro sistema economico nel passato. Il Governo persegue
infatti l’obiettivo di accelerare l’uscita dell’Italia da una crisi prolungata
e di rilanciare la crescita potenziale del Paese con un ampio programma di
riforme strutturali; allo stesso tempo, resta prioritario il percorso di
consolidamento delle finanze pubbliche, che consentirà di ridurre l’elevato
peso del debito.
Dopo otto anni di
aumento ininterrotto, il rapporto tra debito pubblico e PIL diminuirà nel 2016
ed è programmato in continuo calo negli anni successivi grazie a un saldo
primario attivo dal 1992 (con l’eccezione del 2009) combinato al ritorno della
crescita. La presenza di un debito pubblico elevato costituisce una situazione
di fondo che condiziona il quadro nel quale si adottano le scelte di politica
economica. Il Governo ha adeguato il ritmo di consolidamento alla fase del
ciclo economico e al tempo stesso ha adottato misure che determinano una
composizione growth friendly di entrate e uscite, così che saldi orientati al
consolidamento delle finanze pubbliche non impediscano alla politica economica
di avere un’intonazione espansiva.
Affinché tali
obiettivi possano essere conseguiti senza eccessivi condizionamenti originati
dalle fluttuazioni dei mercati finanziari, è necessario che l’interazione con
questi ultimi sia sostenuta da una gestione tecnica adeguata, che in Italia è
assicurata dalla struttura deputata del Ministero, la Direzione del Debito
Pubblico inquadrata nel Dipartimento del Tesoro. La Direzione si confronta
quotidianamente con le sfide dei mercati utilizzando tutti gli strumenti operativi
e di analisi disponibili per un’azione efficace e tempestiva. La
professionalità mostrata dagli Uffici preposti ha costituito nel tempo un
presidio indispensabile nel controllo di un debito elevato, ponendo le basi
perché l’Italia possa ora agganciare una dinamica di crescita economica.
L’ormai lontana grave
crisi finanziaria e valutaria del 1992 aveva evidenziato le debolezze
intrinseche di un debito pubblico elevato e al tempo stesso decisamente
sbilanciato in favore di scadenze brevi e di un’eccessiva esposizione al
rischio di tasso d’interesse.
Venne quindi profondamente riformata l’attività di emissione e di gestione e
assegnata priorità al progressivo aumento della vita media e alla mitigazione
del rischio di tasso, al fine di rendere la composizione del debito meno
esposta alle fluttuazioni della congiuntura economica e dei mercati finanziari,
così stabilendo un assetto di solidità e aderenza ai migliori standard
internazionali. Parallelamente, venne perseguito l’allargamento della base degli
investitori in titoli di Stato italiani, al fine di conseguire la riduzione del
costo del debito anche per questa via.
In anni più recenti,
con la crisi del debito sovrano che ha investito diversi Paesi dell’area
dell’euro a partire dal 2010, le difficoltà gestionali si sono di nuovo e
significativamente acuite; in particolare, dalla seconda metà del 2011 e fino
al settembre del 2012, la gestione del debito italiano ha presentato livelli di
drammatica criticità. Non è un risultato da poco essere riusciti a mantenere
una conduzione ordinata ed efficiente del ricorso al mercato in contesti
eccezionalmente avversi, dei quali si va spegnendo l’eco e quindi la memoria.
Attualmente, il
quadro congiunturale è contraddistinto da un’inflazione estremamente bassa e
lontana, in Italia e in Europa, da quel 2 per cento che rappresenta l’obiettivo
statutario della Banca Centrale Europea. Anche i tassi di interesse di politica
monetaria sono stati conseguentemente portati su livelli straordinariamente
bassi per contrastare le spinte deflazionistiche e sostenere la ripresa
economica recentemente avviata. Nel contempo, assistiamo all’indebolimento di
quelle economie emergenti che hanno fatto da traino alla crescita globale negli
ultimi anni.
Questo quadro
complessivo si traduce in un assetto dei mercati finanziari che offre
opportunità di riduzione della spesa per il servizio del debito; al tempo
stesso, la gestione del portafoglio risente dei vincoli dettati dal più elevato
livello dei tassi di interesse degli anni passati.
La gestione del
debito pubblico italiano continua quindi a perseguire il difficile equilibrio
tra la riduzione del rischio che la finanza pubblica possa trovarsi esposta a
shock incontrollati, tali da traslarsi in un aumento della spesa per interessi
o in difficoltà nel rifinanziamento del debito, e la minimizzazione del costo
con un respiro di lungo periodo. A questi fini, i migliori standard adottati da
altri Paesi avanzati costituiscono un riferimento costante e un’attività
continuativa di aggiornamento e coordinamento tra gli uffici preposti dei vari
Stati consente progressivi miglioramenti.
Nel campo
dell’informazione, lo sforzo del Ministero ha l’obiettivo di conseguire un
equilibrio ottimale tra due obblighi in parziale conflitto: da un lato il dovere
di trasparenza, dall’altro il dovere di tutelare informazioni relative a
rapporti con terzi, come accade nella prassi internazionale. La gestione del
Ministero è peraltro passata regolarmente al vaglio della Corte dei Conti,
mentre gli effetti finanziari della gestione sono resi pubblici nelle
previsioni dei documenti programmatici, nel bilancio di previsione dello Stato
e in tutti i dati di consuntivo, così come dalle istituzioni statistiche
nazionali ed europee.
Il Rapporto sul
Debito Pubblico vede la luce in questa prima edizione con riferimento al 2014.
Dall’anno prossimo verrà pubblicato regolarmente, con cadenza annuale, in
primavera, con riferimento all’anno precedente. Si intende così migliorare la
qualità e il livello di trasparenza della comunicazione di una funzione
cruciale quale la gestione del debito pubblico. Grazie al rapporto,
l’informazione già oggi pubblicata in momenti e forme diversi viene integrata
in un documento organico e completata con elementi aggiuntivi.
Documenti:
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Rapporto sul debito pubblico 2014:
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