Anche l'Antitrust tedesca contro Booking.com
Il Bundeskartellamt (autorità antitrust tedesca), ha vietato
formalmente a Booking.com di continuare ad utilizzare le clausole di parity
rate.
Ciò significa che gli
alberghi tedeschi sono finalmente liberi di pubblicare sul proprio sito un
prezzo inferiore rispetto a quello pubblicato da Booking.com, con sensibili
benefici per i consumatori, per l'erario e per gli alberghi stessi.
Con questa decisione,
la Germania ribadisce la propria sintonia con l'Italia e la Francia e consolida
il gruppo dei Paesi europei che hanno deciso di vietare le pratiche
anticoncorrenziali imposte dai portali di prenotazione.
Bernabò Bocca,
presidente di Federalberghi, "plaude alla decisione tedesca e si augura
che il Parlamento italiano concluda in tempi brevi l'iter del disegno di legge
sulla concorrenza, che sancisce un analogo principio, introdotto poche
settimane fa dalla Camera dei Deputati a larghissima maggioranza (434 voti a
favore, 4 contrari), sulla scia di quanto deciso dal Parlamento francese
nell'agosto scorso".
In base ai dati
Eurostat, Italia, Francia e Germania possiedono la gran parte del mercato
alberghiero europeo, con 124.176 alberghi (più del 60% del totale UE), che ogni
anno ospitano 720 milioni di pernottamenti”.
In attesa dell'approvazione del ddl concorrenza, anche in
Italia già oggi è possibile contattare direttamente l'albergo (con una mail o
una semplice telefonata) per verificare la disponibilità di termini e
condizioni particolari o soluzioni personalizzate, difficili da trovare nei
supermercati online”.
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