In rete il nuovo numero della rivista Argomenti di
discussione
Al centro dello studio il legame tra evasione fiscale e
attività criminali
Il nuovo working paper di Argomenti di discussione
approfondisce le interazioni che si sono via via strutturate tra due fenomeni:
l’evasione fiscale e le attività criminali. In particolare, per cogliere a
pieno l’impatto che il fenomeno dell’evasione fiscale esercita sulla criminalità
in Italia, gli autori prendono in esame tre differenti tipologie criminali
legate a determinanti economiche: le frodi, l’usura e i reati contro la
proprietà, cui sono assimilati i furti, le rapine e i furti d’auto. Questi
dati, suddivisi per provincia, si riferiscono al periodo 2006-2010, e una volta
comparati con l’incidenza del tax gap, anch’essa calcolata su base provinciale,
fissano l’istantanea del legame che unisce determinati reati all’evasione
fiscale.
“Le relazioni pericolose” tra evasione fiscale e reati
contro la proprietà - In dettaglio, le conclusioni dello studio sembrano
confermare che in Italia l’interazione con attività criminali appare saldamente
ancorata a dinamiche fiscali oltre che socio-economiche. Un caso emblematico è
quello dei crimini contro la proprietà. In questo caso, la relazione che emerge
con l’evasione fiscale è di tipo complementare, ovvero, nelle province dove
l’evasione fiscale è più alta c’è maggiore incidenza di questi reati, tanto che
l’aumento dell’evasione sembra generare quasi in via automatica una crescita
dei reati. Perché? Per il semplice fatto che spesso le vittime di tali attività
criminali, come il furto d’auto, le rapine o i furti in genere, risultano
tendenzialmente più inclini ad evadere il fisco. Conseguentemente, nel momento
in cui subiscono, ad esempio una rapina, si mostrano generalmente i meno
reattivi nel denunciare il fatto. Dunque, l’estendersi del fenomeno
dell’evasione spinge in alto tali attività criminali perché diminuisce la
percezione di rischio, cioè di denuncia, da parte dell’autore stesso del
crimine.
L’effetto sostituzione, cioè lo scambio di ruoli tra
criminali ed evasori - Un secondo esempio è quello delle frodi. Lo studio,
infatti, evidenzia come in corrispondenza con un elevato livello di pressione
fiscale, la propensione che prevale è di evadere, mentre posti di fronte ad un
livello basso di tassazione per massimizzare eventuali guadagni non dovuti,
determinati soggetti potrebbero porre in atto delle vere e proprie frodi, in
vista di maggiori guadagni. Riassumendo, le stime mostrano che la volontà di
evadere, il cosiddetto effetto di sostituzione, cioè lo scambio tra il ruolo di
autore di frodi con quello di evasore, aumenta al crescere della pressione
fiscale. Dunque, a parità di altri fattori, quanto più elevata è la pressione
fiscale, tanto più l’individuo predilige l’evasione rispetto alle frodi e
all’usura. L’effetto sostituzione si muove naturalmente al contrario nel caso
la pressione fiscale sia elevata.
Necessario coordinare lotta all’evasione, alle frodi e al
finanziamento illecito - Da questa analisi emerge un indizio chiaro: la lotta
all’evasione fiscale non può essere scissa dal contrasto alle frodi e al
finanziamento illecito.
Dove trovare la rivista - È possibile consultare
gratuitamente “Argomenti di discussione” sul sito internet dell’Agenzia delle
Entrate, nella sezione Documentazione.
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