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martedì 29 dicembre 2015

Dall’Agenzia delle Entrate uno studio sul legame tra evasione fiscale e attività criminali

Agenzia delle Entrate, Comunicato Stampa del 28 dicembre 2015

In rete il nuovo numero della rivista Argomenti di discussione

Al centro dello studio il legame tra evasione fiscale e attività criminali

Il nuovo working paper di Argomenti di discussione approfondisce le interazioni che si sono via via strutturate tra due fenomeni: l’evasione fiscale e le attività criminali. In particolare, per cogliere a pieno l’impatto che il fenomeno dell’evasione fiscale esercita sulla criminalità in Italia, gli autori prendono in esame tre differenti tipologie criminali legate a determinanti economiche: le frodi, l’usura e i reati contro la proprietà, cui sono assimilati i furti, le rapine e i furti d’auto. Questi dati, suddivisi per provincia, si riferiscono al periodo 2006-2010, e una volta comparati con l’incidenza del tax gap, anch’essa calcolata su base provinciale, fissano l’istantanea del legame che unisce determinati reati all’evasione fiscale.

“Le relazioni pericolose” tra evasione fiscale e reati contro la proprietà - In dettaglio, le conclusioni dello studio sembrano confermare che in Italia l’interazione con attività criminali appare saldamente ancorata a dinamiche fiscali oltre che socio-economiche. Un caso emblematico è quello dei crimini contro la proprietà. In questo caso, la relazione che emerge con l’evasione fiscale è di tipo complementare, ovvero, nelle province dove l’evasione fiscale è più alta c’è maggiore incidenza di questi reati, tanto che l’aumento dell’evasione sembra generare quasi in via automatica una crescita dei reati. Perché? Per il semplice fatto che spesso le vittime di tali attività criminali, come il furto d’auto, le rapine o i furti in genere, risultano tendenzialmente più inclini ad evadere il fisco. Conseguentemente, nel momento in cui subiscono, ad esempio una rapina, si mostrano generalmente i meno reattivi nel denunciare il fatto. Dunque, l’estendersi del fenomeno dell’evasione spinge in alto tali attività criminali perché diminuisce la percezione di rischio, cioè di denuncia, da parte dell’autore stesso del crimine.

L’effetto sostituzione, cioè lo scambio di ruoli tra criminali ed evasori - Un secondo esempio è quello delle frodi. Lo studio, infatti, evidenzia come in corrispondenza con un elevato livello di pressione fiscale, la propensione che prevale è di evadere, mentre posti di fronte ad un livello basso di tassazione per massimizzare eventuali guadagni non dovuti, determinati soggetti potrebbero porre in atto delle vere e proprie frodi, in vista di maggiori guadagni. Riassumendo, le stime mostrano che la volontà di evadere, il cosiddetto effetto di sostituzione, cioè lo scambio tra il ruolo di autore di frodi con quello di evasore, aumenta al crescere della pressione fiscale. Dunque, a parità di altri fattori, quanto più elevata è la pressione fiscale, tanto più l’individuo predilige l’evasione rispetto alle frodi e all’usura. L’effetto sostituzione si muove naturalmente al contrario nel caso la pressione fiscale sia elevata.

Necessario coordinare lotta all’evasione, alle frodi e al finanziamento illecito - Da questa analisi emerge un indizio chiaro: la lotta all’evasione fiscale non può essere scissa dal contrasto alle frodi e al finanziamento illecito.

Dove trovare la rivista - È possibile consultare gratuitamente “Argomenti di discussione” sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate, nella sezione Documentazione.

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