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mercoledì 25 novembre 2015

Inail - Al via a Ivrea il processo per le morti amianto-correlate tra gli operai della Olivetti

Inail, News del 24 novembre 2015

Nel corso della prima udienza filtro davanti al giudice Elena Stoppani, è stata respinta la richiesta delle difese di escludere alcune delle parti civili. Dall’11 gennaio il procedimento, che vede imputati a vario titolo 17 ex manager per omicidio colposo e lesioni colpose, proseguirà nelle aule del liceo musicale

IVREA - Si è aperto ieri a Ivrea il processo che vede imputati 17 ex manager della Olivetti, ai vertici della storica azienda eporediese tra gli anni Settanta e gli anni Novanta, tra cui Carlo De Benedetti, il fratello Franco, Camillo Olivetti e l’ex ministro Corrado Passera. Tutti sono chiamati a rispondere a vario titolo dei reati di omicidio colposo e lesioni colpose per una serie di morti e malattie avvenute tra gli operai che secondo l’accusa, sostenuta dalla pm Laura Longo, sarebbero state causate dalla presenza di fibre di amianto negli stabilimenti.

Dal prossimo anno un’udienza alla settimana.
Prima di aggiornare l’udienza al prossimo 11 gennaio, quando il processo riprenderà a cadenza settimanale nelle aule del liceo musicale, più capienti rispetto al nuovo palazzo di giustizia di Ivrea, il giudice Elena Stoppani ha respinto la richiesta avanzata dalle difese di escludere dal procedimento alcune delle parti civili, tra cui figurano i familiari delle vittime, il Comune di Ivrea, la Città metropolitana di Torino, un gruppo di Comuni, l’Inail, le associazioni Anmil e Afeva, e i sindacati Fiom e Fim.

Le posizioni di 11 indagati già stralciate dal gup.
Alla ripresa del processo, all’elenco degli imputati dovrebbe aggiungersi il nome di Silvio Preve, responsabile del servizio centrale di sorveglianza e della direzione sicurezza industriale dell’Olivetti tra il 1981 e il 1998, che è stato rinviato a giudizio in un procedimento separato per un problema di incompatibilità del giudice dell’udienza preliminare nei suoi confronti. Il gup Cecilia Marino aveva invece già stralciato le posizioni di 11 indagati su 28, tra cui i figli di Carlo De Benedetti, Marco e Rodolfo, perché avrebbero ricoperto incarichi nell’ambito dell’azienda che non davano loro poteri effettivi.

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