Imprenditrici, mogli, madri, figlie. Le donne sognano di
fare tutto e di farlo bene. Peccato che il welfare italiano le aiuta poco e che
molto spesso trovano un ambiente ostile all’iniziativa economica. Sogni e
ambizioni si infrangono troppe volte davanti alla dura realtà di un Paese poco
amico delle donne che guidano un’azienda.
Le imprenditrici di
Confartigianato l’hanno detto chiaro e tondo alla Convention di Donne Impresa,
che quest’anno compie 20 anni di attività e che le ha viste riunite a Roma l’11
novembre. Portavoce la Presidente Edgarda Fiorini, che ha parlato a nome delle
359.000 aziende artigiane a guida femminile attive in Italia.
Del resto le
rilevazioni presentate dal responsabile dell’Ufficio studi Enrico Quintavalle e
i risultati di un sondaggio dell’istituto di ricerca Swg non lasciano dubbi:
l’Italia dedica soltanto l’1% del Pil alla spesa pubblica per la famiglia e le
donne fanno sempre più fatica a coniugare gli impegni professionali e familiari
e a dedicare tempo a loro stesse. Risultato: negli ultimi 10 anni in Italia le
imprese al femminile sono calate del 5,6%.
E allora bisogna fare
qualcosa. Donne Impresa lo ha chiesto alla politica, rappresentata alla
Convention dall’Onorevole Raffaello Vignali (deputato del Nuovo Centro Destra),
dall’Onorevole Marco Donati (deputato del Partito Democratico) e dal Vice
Ministro della Giustizia Enrico Costa.
La Presidente Fiorini ha lanciato richieste molto semplici
per le imprenditrici: poter utilizzare voucher babysitting e per l’assistenza a
familiari anziani e ai disabili; disporre di voucher per formare i
collaboratori chiamati a sostituire temporaneamente la titolare nell’attività
d’impresa; un credito d’imposta per incentivare la creazione d’impresa nei
servizi di welfare per la famiglia e l’infanzia; sgravi fiscali e contributivi
per assunzioni a tempo determinato di coadiuvanti nei periodi di maternità o di
assistenza a figli minori o parenti anziani; l’istituzione, presso il Ministero
dello Sviluppo Economico, di un Fondo per l’imprenditoria femminile.
In attesa di risposte
concrete dalla politica, le soluzioni ai problemi di welfare delle donne
possono arrivare dall’innovazione digitale. Come le piattaforme presentate alla
Convention che fanno incontrare domanda e offerta di servizi utili a
semplificare la vita delle donne e sono un’occasione per creare impresa,
innovare la propria attività, fare rete, inventare nuovi modi per stare sul
mercato. Se poi il problema è quello della salute, la risposta arriva da
Sanarti, il Fondo di assistenza sanitaria integrativa dell’artigianato per
supplire alle inefficienze della sanità pubblica.
Ma il cuore delle
donne di Confartigianato va oltre i confini nazionali. E così la Convention,
con la consegna di 3 Premi Sole d’Argento, riconoscimento assegnato ogni anno
dal Movimento Donne Impresa, è stata l’occasione per celebrare un impegno
speciale al fianco delle donne e della popolazione dell’Afghanistan. Il Premio,
quest’anno è stato consegnato a Suraya Pakzad, che ha creato Voice of Women
Organisation e promuove l’educazione, la formazione professionale e
l’assistenza legale e sociale per le donne afghane. Suraya Pakzad combatte fin
da quando era poco più che bambina, mettendo a rischio la propria vita, per i
diritti di libertà delle donne in Afghanistan. Il secondo Sole d’Argento è
andato alla missione formativa realizzata da Confartigianato Udine a Herat,
città dell’Afghanistan, dove a giugno e a ottobre due squadre formate da 4
imprenditori artigiani si sono recate per insegnare attività artigiane alla
popolazione civile afghana. La Presidente Fiorini ha consegnato il Premio a
Graziano Tilatti, Presidente di Confartigianato Udine. E, ancora, il terzo Sole
d’Argento 2015 è stato consegnato al Generale Michele Risi, comandante della
Brigata Alpina Julia, che ha promosso e affiancato la missione formativa di
Confartigianato Udine a Herat.
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