Rispetto al 2014, giù sia nel numero (-19%) sia nel valore
(-25%)
Roma, 25 settembre 2015 – Assegni a vuoto dimezzati rispetto
al 2012. E’ la fotografia che emerge dai dati raccolti dalle Camere di
Commercio ed elaborati da InfoCamere per conto di Unioncamere.
Tra il I semestre 2012 e 2015, i titoli “cabriolet” si sono infatti
ridotti del 57% in termini di numero e del 63% in termini di valore,
accentuando una discesa che ha caratterizzato anche l’andamento delle cambiali,
in diminuzione, nello stesso periodo, del 37% in termini di numero e del 51% in
termini di valore.
Fra gennaio e giugno 2015, in particolare, le occasioni in
cui un cittadino o un’impresa si sono visti costretti a ricorrere ad un
pubblico ufficiale per notificare un mancato pagamento hanno toccato quota
388.305, per un valore complessivo di quasi 714 milioni di euro. L’81% dei
“pagherò” è rappresentato da cambiali (315.283), mentre gli assegni
costituiscono il 18% (70.218). Rispetto al primo semestre 2014, si registrano
quasi 90mila effetti levati in meno (-19%) e una riduzione del monte
complessivo superiore ai 233milioni di euro (-25%). Nell’ultimo anno, a ridursi
un po’ di più è il numero degli assegni (-21%), mentre le cambiali calano del
18%. In termini economici, il valore delle cambiali protestate diminuisce di
oltre 135 milioni di euro, quello degli assegni di oltre 95 milioni.
L’analisi territoriale mostra come la frenata più vistosa
degli effetti protestati tra il I semestre 2014 e il I semestre 2015 si sia
registrata in Valle d’Aosta (-48,77%); seguono Umbria (-28,66%) e Calabria
(-23,40%). In termini monetari lo stop più evidente è però quello fatto
registrare dalla Liguria (-61,54%) che distanzia di alcuni punti percentuali il
dimezzamento dei “pagherò” valdostani (-51,17% rispetto al 2014). Tra le
province, se le grandi città come Roma, Milano, Napoli e Salerno guidano la
classifica per numero di titoli protestati, in termini di importi levati
salgono ai vertici della graduatoria Sondrio, Treviso, Pesaro e Urbino, in cui
in media i “pagherò” superano i 3mila euro. All’altro capo della classifica i
residenti di Trieste, Verbania (con importi medi di circa 800 euro) e Biella
(911).
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