Gli indicatori di luglio del mercato del lavoro sono
abbastanza positivi, soprattutto se confrontati con lo stesso mese dello scorso
anno. E’ anche vero, però, che siamo ben lontani dal poter parlare di uno stato
di benessere della nostra occupazione. Seppur in presenza di un calo del tasso
di disoccupazione e di inattività, i numeri assoluti, ci parlano di oltre 3
milioni di disoccupati, di cui 600 mila giovani.
Osservando, inoltre, i dati del II trimestre di quest’anno,
sul tipo/qualità di occupazione che viene fotografata, notiamo come in
quell’aumento dell’1,1% dell’occupazione dipendente, la crescita dei contratti
permanenti sia molto più bassa di quelli a termine (rispettivamente +0,7% e + 3,3%) nonostante le ingenti risorse
stanziate sull’esonero contributivo e l’introduzione del contratto a tutele
crescenti.
Preoccupano il dato sulla continua crescita del part-time
involontario, l’invarianza, rispetto al II trimestre del 2014, del numero delle
persone in cerca di occupazione (che continua ad attestarsi a 3,1 milioni di
disoccupati) e l’alto tasso di disoccupazione del Mezzogiorno (20,2%) - in larga parte causato da una prolungata
assenza di politiche volte al rilancio di quest’area - che lo continua a distanziare fortemente dal
resto d’Italia.
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