Due fasi recessive intense e ravvicinate non hanno fiaccato
la propensione al rischiare, la capacità di innovare e creare lavoro delle
imprese italiane.
A settembre 2015 crescono gli indicatori del clima di
fiducia in tutti i settori: nel settore manifatturiero sale a 104,2 da 102,7,
nelle costruzioni a 123,3 da 119,5, nei servizi di mercato a 112,2 da 110,0 e
nel commercio al dettaglio a 108,8 da 107,8.
In particolare l’indice che considera la composizione
dell’occupazione presente nell’artigianato registra un aumento di 2,3 punti,
passando dal 109,6 di agosto a 111,9 di settembre, consolidandosi ai massimi
storici.
Anche a fronte di risultati economici in via di
consolidamento, un elevato livello di fiducia delle imprese influenza
positivamente le aspettative, sulla base delle quali vengono prese le decisioni
su variabili chiave per la vita dell’impresa quali gli investimenti e la
dotazione di capitale umano.
Prendendo a riferimento come base l’inizio 2009 si osserva
che la lunga e persistente crisi delle costruzioni mantiene le fiducia degli
imprenditori del settore – seppur in crescita – al di sotto di quella espressa
delle imprese manifatturiere e dei servizi.
Nelle imprese manifatturiere migliorano sia i giudizi sugli
ordini (a -11 da -15 il saldo) sia le attese sulla produzione (a 12 da 11),
nelle costruzioni migliorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di
costruzione sia le attese sull’occupazione (a -30 da -32 e a -7 da -10, i
rispettivi saldi), nelle imprese dei servizi migliorano i giudizi e le attese
sugli ordini (a 9 da 4 e a 10 da 6, rispettivamente) mentre nel commercio al dettaglio
migliorano i giudizi sulle vendite correnti (a 16 da 14).
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