L'Italia è al 6° posto nella graduatoria 2014 dei 34 paesi
Ocse per il cuneo fiscale sul lavoratore senza famiglia a carico. Secondo la
Corte dei Corti la pressione fiscale nel nostro Paese è il 12% in più rispetto
alla media e riguarda soprattutto i redditi d'impresa e da lavoro, seguiti
dalle imposte su consumi e patrimoniali.
E andando a leggere l'aliquota di tassazione calcolata
dall'Eurostat sul Sole24Ore, si nota come quella italiana sia sempre più alta
rispetto a quelle europee: del 42,8% sul lavoro (contro il 36,2% della media
Ue), del 26,5% sull'impresa (contro il 16,2% della media Ue), del 17,7% sui
consumi (contro il 19,8% della media Ue) e dell'1,6% sugli immobili (l'1,5% a
livello europeo). Nel Rapporto 2015 della Corte dei Conti sul Coordinamento
della finanza pubblica si evidenzia che dopo sette anni di manovre si sia
arrivati oggi ad sistema impositivo basato "su aumenti sul patrimonio
immobiliare, sui consumi e sulle rendite - ben 700 misure di intervento fiscale
- senza un'equivalente riduzione del prelievo sui fattori produttivi".
I tagli annunciati dal Governo di Imu e Tasi difficilmente
potranno stimolare la crescita dei consumi e del Pil se non saranno
accompagnati da politiche fiscali che favoriscano investimenti e sviluppo
produttivo.
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