La Cassazione con la sentenza n. 18126 del 15/9/2015 ha
stabilito che i dati risultanti dai conti correnti bancari assumono rilevanza
ai fini della definizione del reddito imponibile se non sono giustificati. I
controlli effettuati dall'Agenzia delle Entrate, come sancito dall'art. 32 del
dpr 600/73, riguardano innanzitutto la rettifica delle dichiarazioni dei
redditi di qualsiasi contribuente, a prescindere dalla natura dell'attività
svolta e dalla quale provengano i redditi.
Poiché, però, non si può presumere in via generale e per
qualsiasi contribuente la produzione di un reddito da una spesa, tranne che per
imprenditori o lavoratori autonomi, per i quali, invece, le spese non
giustificate possono ragionevolmente ritenersi costitutive di investimenti, i
giudici hanno ritenuto che determinandosi in questi casi un'inversione
dell'onere della prova a carico del contribuente, quest'ultimo deve dimostrare
che gli elementi desumibili dai conti correnti non si riferiscono ad operazioni
imponibili, fornendo così una prova analitica e non generica.
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