Sale a 178 il numero di deroghe già concesse nel 2015,
contro le 92 nel corso del 2014.
Le Aziende interessate dal provvedimento sono la Roma
B, la Roma C, la Roma D, la Roma E, il
Policlinico Umberto I, e quella della Tuscia
03/08/2015 - La Regione autorizza le Asl di Roma e di
Viterbo ad assumere a tempo indeterminato 34 unità di personale tra medici e
infermieri. Con queste nuove deroghe, che si aggiungono a quelle concesse nei
mesi scorsi, sale a 178 il numero di nuove assunzioni nel servizio sanitario
regionale nei primi 7 mesi del 2015, contro le 92 dell’intero 2014.
Le Aziende interessate dal provvedimento sono la Roma B
(Pertini ad area est di Roma) la Roma C (Eur) , Roma D (Ostia), Roma E
(Aurelia) e il Policlinico Umberto I, oltre a quella della Tuscia.
Nel dettaglio:
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La Asl Roma B è autorizzata ad assumere sette
dipendenti: cinque medici, tra cui uno
psichiatra, un medico dell’emergenza nelle discipline di rianimazione e
anestesia, un dirigente della medicina generale, un neonatologo, un oncologo e anche un’ostetrica e un tecnico
della prevenzione sui luoghi di lavoro.
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La Asl Roma C è autorizzata ad assumere sette
dipendenti: 5 infermieri e due medici, uno di anestesia e rianimazione e un
neurologo.
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La Asl Roma D è autorizzata ad assumere cinque
dipendenti. Un chirurgo di accettazione e urgenza, un ostetrica e tre
infermieri.
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La Asl Roma E è autorizzata ad assumere dieci
dipendenti. Sette medici e tre
infermieri: per quanto riguarda i medici si tratta in particolare di un
oculista, un medico di radioterapia, due
di medicina e chirurgia per l’emergenza, nefrologo, un medico ortopedico
e uno di medicina trasfusionale.
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Il Policlinico Umberto I invece potrà assumere
un dirigente per la farmacia e due medici per potenziare l’emergenza urgenza.
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Due medici dell’emergenza per Asl di Viterbo.
“Un esempio di come la sanità del Lazio sia definitivamente
entrata in una nuova fase –lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha
aggiunto: si tratta di assunzioni fondamentali per poter garantire la piena
funzionalità delle strutture sanitarie e al tempo stesso diamo stabilità lavorativa
a tanti giovani medici che per troppi anni hanno vissuto nella precarietà e nell’incertezza
per il proprio futuro e per le loro famiglie.”
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