Il Misery Index Confcommercio sale a quota 20,7 rispetto ai
20,4 punti fatti segnare ad aprile (+0,3%), per effetto della crescita della
disoccupazione estesa (16,2 contro 16,1%) e dei prezzi dei beni e servizi ad
alta frequenza d'acquisto (0,3%).
Ne maggio scorso il Misery Index Confcommercio è salito a
20,7 punti, tre decimi di punto in più rispetto al mese di aprile a causa della
crescita della disoccupazione e dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza
d'acquisto (0,3% a maggio). Si tratta di un aumento che, per l'Ufficio Studi di
Confcommercio, "si inserisce in un contesto in cui il miglioramento
complessivo, rilevato nei primi mesi del 2015, non riesce ancora a tradursi in
una ripresa in grado di avviare un processo di incremento progressivo delle dinamiche occupazionali e dei redditi delle
famiglie". Stando così le cose "solo nella seconda parte del 2015, e
in misura più significativa nel 2016, il consolidarsi del recupero
dell'attività produttiva potrà determinare effetti duraturi sul mercato del
lavoro e sul reddito delle famiglie, riportando l'area del disagio sociale su
valori meno preoccupanti". A maggio il tasso di disoccupazione ufficiale
si è attestato al 12,4%, stabile rispetto ad aprile e giù dello 0,2% nei
confronti di un anno prima. Nello stesso mese i prezzi dei beni e dei servizi
ad alta frequenza d'acquisto sono tornati a registrare, dopo un semestre, una
variazione positiva (+0,3%).
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