Dopo le sette vittime del giorno dell’incidente, avvenuto
venerdì nell’azienda di fuochi d’artificio di Modugno, tra sabato e domenica
hanno perso la vita anche due feriti ricoverati in condizioni disperate. In
corso gli accertamenti per individuare il luogo dell’innesco e cosa lo abbia
provocato
BARI - È salito a nove morti il bilancio del gravissimo
incidente avvenuto venerdì scorso a Modugno, in provincia di Bari, dove intorno
alle 12,30 una violenta esplosione ha distrutto lo stabilimento della ditta
Bruscella Fireworks, specializzata nella produzione di fuochi d’artificio. Dopo
aver lottato fra la vita e la morte per 48 ore, domenica mattina è deceduto uno
dei titolari dell’azienda, il 43enne Michele Bruscella, che era stato
ricoverato nel reparto di rianimazione all’ospedale Perrino di Brindisi con ustioni
sull’85% del corpo. Purtroppo non ce l’ha fatta neppure il 20enne di Napoli
Riccardo Postiglione, studente universitario che si stava specializzando
nell’attività di programmatore informatico dei fuochi pirotecnici musicali,
morto nella tarda serata di sabato al Policlinico di Bari.
Due i feriti ancora
in ospedale.
Queste ultime due vittime si aggiungono alle sette del
giorno dell’esplosione: Vincenzo Armenise, marito di Angela Bruscella,
responsabile d’amministrazione che è uscita illesa dallo scoppio, Michele
Pellicani, cugino dei Bruscella, gli operai indiani Banga Harbaajan e Nigah
Kumar, l’albanese Merja Samir, e due amici dei titolari, Giuseppe Pellegrino e
Vincenzo De Chirico, che erano in visita in azienda come spesso facevano da
appassionati di fuochi d’artificio. Due i feriti ancora in ospedale: a Napoli è
ricoverato in prognosi riservata Vincenzo Bruscella, socio della ditta insieme
con il fratello Antonio, che è rimasto illeso, e Antonio Pertino, panettiere
che al momento dell’esplosione si trovava a passare col suo furgone lungo la
strada che costeggia la fabbrica, ricoverato al Policlinico di Bari.
La procura ha aperto
un fascicolo per disastro colposo.
Sull’accaduto la procura di Bari ha aperto un fascicolo per
disastro colposo a carico di ignoti e i carabinieri, ai quali il pm Domenico
Minardi ha delegato le indagini, stanno svolgendo accertamenti in
collaborazione con l’ispettorato del lavoro dell’Arma anche sull’organigramma
aziendale, dal momento che venerdì si trovavano all’interno dello stabilimento
anche persone esterne all’azienda. In attesa di procedere con le autopsie,
affidate a un collegio di consulenti coordinato dal medico legale Francesco
Vinci, nel pomeriggio di ieri i familiari delle vittime sono stati convocati
all’ istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari per il riconoscimento
dei corpi attraverso alcuni oggetti, collane e bracciali.
I laboratori
completamente rasi al suolo.
L’esplosione si sarebbe verificata “vicino alla zona di
lavorazione, ma che cosa l’abbia provocata non siamo ancora in grado di dirlo”,
ha riferito l’ingegnere Enrico Curzio, vice dirigente del comando provinciale
dei vigili del fuoco di Bari. Nelle prime ore dopo l’incidente, alcuni
testimoni avevano parlato di un camion che stava caricando casse di fuochi per
una festa patronale, ma Curzio ha ribadito che è “prematuro, prima delle
verifiche, propendere per un’ipotesi piuttosto che per un’altra”. Quello che
però è apparso subito evidente ai soccorritori è che “la devastazione ha interessato
la zona dei laboratori, completamente rasi al suolo dall’esplosione”.
La zona messa in
sicurezza dagli artificeri dei carabinieri.
Gli artificieri dei carabinieri, dopo aver messo la zona in
sicurezza con alcune esplosioni controllate, si sono dedicati a catalogare i
fuochi pirotecnici che si trovavano a bordo dei camion parcheggiati
nell’azienda, pronti per essere consegnati in alcuni comuni del Casertano e
della provincia di Reggio Calabria. La catalogazione dei fuochi, con le
relative tipologie di fabbricazione e composizione, diventerà un ulteriore
accertamento utile a comprendere cosa abbia potuto causare l’esplosione.
Saranno tuttavia i rilievi eseguiti nei prossimi giorni a consentire una
ricostruzione precisa della dinamica dei fatti, a partire dall’individuazione
del luogo esatto in cui è avvenuto l’innesco e cosa lo abbia provocato.
Verifiche anche sul
rispetto delle norme sulla sicurezza.
Il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, oggi ha spiegato che
i rilievi sul luogo della tragedia, nelle campagne fra Modugno e Bitritto,
“saranno eseguiti nell’ambito di accertamenti tecnici irripetibili”. Nei
prossimi giorni la procura dovrà quindi notificare a tutte le parti, familiari
delle vittime, feriti ed eventuali indagati nei confronti dei quali la
magistratura potrebbe ipotizzare responsabilità, gli avvisi per il conferimento
degli incarichi ai consulenti tecnici. Il procuratore ha anche chiarito che
“l’indagine riguarderà anche gli aspetti amministrativi”. Il Nil (Nucleo
ispettorato del lavoro dei carabinieri) sta analizzando, infatti, tutta la
documentazione già acquisita dall’ azienda “per verificare che fossero
rispettate tutte le norme sulla sicurezza e sui lavoratori”.
Nel 1959 una tragedia
simile nella stessa fabbrica.
Protezione civile e vigili del fuoco sono stati impegnati
fino a ieri sul luogo della tragedia per spegnere i residui focolai all’interno
di una delle casematte, i laboratori dove venivano confezionati gli esplosivi.
Nei prossimi giorni gli investigatori eseguiranno i rilievi nell’area posta
sotto sequestro probatorio per ricostruire la dinamica dell’incidente, uno dei
più gravi mai avvenuti nel comparto pirotecnico. Tra gli amici e i parenti che
si sono avvicinati ai cancelli dell’azienda per depositare fiori e rendere
omaggio alle vittime anche Rosa Bruscella, madre di Michele Pellicani, che ha
perso la vita nello scoppio, e sorella di Antonio e Vincenzo Bruscella, che ha
ricordato la tragedia che nel 1959 colpì la sua famiglia in un’esplosione
simile, all’interno della stessa fabbrica: “Morirono mia madre, alcune sorelle
di mio padre, un cognato, un nipote di 14 anni e due operai. Un dolore che non
finisce mai”.
Proclamate due
giornate di lutto cittadino.
Gli abitanti di Modugno hanno espresso la propria partecipazione
al dolore delle famiglie delle vittime con ceri accesi e fiocchi neri dinanzi
alle vetrine di negozi e bar. Il sindaco Nicola Magrone ha proclamato due
giornate di lutto cittadino per domenica e per il giorno dei funerali,
annunciando anche l’intenzione di promuovere una grande manifestazione pubblica
che si concluderà sul luogo del disastro. Espressioni di solidarietà sono
arrivate da tutta la provincia. Ad Adelfia e a Torre a Mare, in particolare, le
feste patronali dedicate a San Vittoriano e a San Nicola si svolgeranno senza
fuochi d’artificio e i soldi stanziati per gli spettacoli saranno devoluti ai
familiari delle persone decedute e ferite nell’esplosione.
Annunciata
un’indagine parlamentare.
La senatrice Camilla Fabbri, presidente della commissione
d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro, ha annunciato nel frattempo
l’intenzione di proporre l’apertura di un fascicolo di indagine in Parlamento
sull’esplosione nella fabbrica. “Si tratta di un evento drammatico ma,
purtroppo, tutt’altro che unico – ha scritto la senatrice in una nota – Negli
ultimi 15 anni sono stati molteplici gli incidenti, in grande parte con
presenza di decessi, verificatisi nel nostro Paese proprio in questo settore
produttivo. Appare dunque doveroso, da parte di tutte le istituzioni, offrire
un contributo non solo per chiarire le cause che hanno determinato questo
evento, ma anche per disporre tutte le misure necessarie per evitare che esso
possa ripetersi”.
Le criticità del
settore in un documento del 2013.
Nel 2013 la Commissione consultiva permanente per la salute
e sicurezza sul lavoro aveva approvato un documento sugli impianti di
produzione e deposito degli articoli pirotecnici, in cui si sottolineava come
la normativa sui prodotti classificati come “esplosivi” fosse ancora
estremamente complessa e confusa. Tra le criticità evidenziate, l’inadeguatezza
degli ambienti di lavoro e delle condizioni climatiche in cui vengono svolte le
lavorazioni, l’insufficiente preparazione delle maestranze e la mancata
osservanza delle disposizioni che vietano l’accesso ai non addetti ai lavori.
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