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martedì 28 luglio 2015

Si aggrava il bilancio dell’esplosione alla Bruscella Fireworks: i morti sono nove

Inail, News del 27 luglio 2015

Dopo le sette vittime del giorno dell’incidente, avvenuto venerdì nell’azienda di fuochi d’artificio di Modugno, tra sabato e domenica hanno perso la vita anche due feriti ricoverati in condizioni disperate. In corso gli accertamenti per individuare il luogo dell’innesco e cosa lo abbia provocato

BARI - È salito a nove morti il bilancio del gravissimo incidente avvenuto venerdì scorso a Modugno, in provincia di Bari, dove intorno alle 12,30 una violenta esplosione ha distrutto lo stabilimento della ditta Bruscella Fireworks, specializzata nella produzione di fuochi d’artificio. Dopo aver lottato fra la vita e la morte per 48 ore, domenica mattina è deceduto uno dei titolari dell’azienda, il 43enne Michele Bruscella, che era stato ricoverato nel reparto di rianimazione all’ospedale Perrino di Brindisi con ustioni sull’85% del corpo. Purtroppo non ce l’ha fatta neppure il 20enne di Napoli Riccardo Postiglione, studente universitario che si stava specializzando nell’attività di programmatore informatico dei fuochi pirotecnici musicali, morto nella tarda serata di sabato al Policlinico di Bari.

Due i feriti ancora in ospedale.
Queste ultime due vittime si aggiungono alle sette del giorno dell’esplosione: Vincenzo Armenise, marito di Angela Bruscella, responsabile d’amministrazione che è uscita illesa dallo scoppio, Michele Pellicani, cugino dei Bruscella, gli operai indiani Banga Harbaajan e Nigah Kumar, l’albanese Merja Samir, e due amici dei titolari, Giuseppe Pellegrino e Vincenzo De Chirico, che erano in visita in azienda come spesso facevano da appassionati di fuochi d’artificio. Due i feriti ancora in ospedale: a Napoli è ricoverato in prognosi riservata Vincenzo Bruscella, socio della ditta insieme con il fratello Antonio, che è rimasto illeso, e Antonio Pertino, panettiere che al momento dell’esplosione si trovava a passare col suo furgone lungo la strada che costeggia la fabbrica, ricoverato al Policlinico di Bari.

La procura ha aperto un fascicolo per disastro colposo.
Sull’accaduto la procura di Bari ha aperto un fascicolo per disastro colposo a carico di ignoti e i carabinieri, ai quali il pm Domenico Minardi ha delegato le indagini, stanno svolgendo accertamenti in collaborazione con l’ispettorato del lavoro dell’Arma anche sull’organigramma aziendale, dal momento che venerdì si trovavano all’interno dello stabilimento anche persone esterne all’azienda. In attesa di procedere con le autopsie, affidate a un collegio di consulenti coordinato dal medico legale Francesco Vinci, nel pomeriggio di ieri i familiari delle vittime sono stati convocati all’ istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari per il riconoscimento dei corpi attraverso alcuni oggetti, collane e bracciali.

I laboratori completamente rasi al suolo.
L’esplosione si sarebbe verificata “vicino alla zona di lavorazione, ma che cosa l’abbia provocata non siamo ancora in grado di dirlo”, ha riferito l’ingegnere Enrico Curzio, vice dirigente del comando provinciale dei vigili del fuoco di Bari. Nelle prime ore dopo l’incidente, alcuni testimoni avevano parlato di un camion che stava caricando casse di fuochi per una festa patronale, ma Curzio ha ribadito che è “prematuro, prima delle verifiche, propendere per un’ipotesi piuttosto che per un’altra”. Quello che però è apparso subito evidente ai soccorritori è che “la devastazione ha interessato la zona dei laboratori, completamente rasi al suolo dall’esplosione”.

La zona messa in sicurezza dagli artificeri dei carabinieri.
Gli artificieri dei carabinieri, dopo aver messo la zona in sicurezza con alcune esplosioni controllate, si sono dedicati a catalogare i fuochi pirotecnici che si trovavano a bordo dei camion parcheggiati nell’azienda, pronti per essere consegnati in alcuni comuni del Casertano e della provincia di Reggio Calabria. La catalogazione dei fuochi, con le relative tipologie di fabbricazione e composizione, diventerà un ulteriore accertamento utile a comprendere cosa abbia potuto causare l’esplosione. Saranno tuttavia i rilievi eseguiti nei prossimi giorni a consentire una ricostruzione precisa della dinamica dei fatti, a partire dall’individuazione del luogo esatto in cui è avvenuto l’innesco e cosa lo abbia provocato.

Verifiche anche sul rispetto delle norme sulla sicurezza.
Il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, oggi ha spiegato che i rilievi sul luogo della tragedia, nelle campagne fra Modugno e Bitritto, “saranno eseguiti nell’ambito di accertamenti tecnici irripetibili”. Nei prossimi giorni la procura dovrà quindi notificare a tutte le parti, familiari delle vittime, feriti ed eventuali indagati nei confronti dei quali la magistratura potrebbe ipotizzare responsabilità, gli avvisi per il conferimento degli incarichi ai consulenti tecnici. Il procuratore ha anche chiarito che “l’indagine riguarderà anche gli aspetti amministrativi”. Il Nil (Nucleo ispettorato del lavoro dei carabinieri) sta analizzando, infatti, tutta la documentazione già acquisita dall’ azienda “per verificare che fossero rispettate tutte le norme sulla sicurezza e sui lavoratori”.

Nel 1959 una tragedia simile nella stessa fabbrica.
Protezione civile e vigili del fuoco sono stati impegnati fino a ieri sul luogo della tragedia per spegnere i residui focolai all’interno di una delle casematte, i laboratori dove venivano confezionati gli esplosivi. Nei prossimi giorni gli investigatori eseguiranno i rilievi nell’area posta sotto sequestro probatorio per ricostruire la dinamica dell’incidente, uno dei più gravi mai avvenuti nel comparto pirotecnico. Tra gli amici e i parenti che si sono avvicinati ai cancelli dell’azienda per depositare fiori e rendere omaggio alle vittime anche Rosa Bruscella, madre di Michele Pellicani, che ha perso la vita nello scoppio, e sorella di Antonio e Vincenzo Bruscella, che ha ricordato la tragedia che nel 1959 colpì la sua famiglia in un’esplosione simile, all’interno della stessa fabbrica: “Morirono mia madre, alcune sorelle di mio padre, un cognato, un nipote di 14 anni e due operai. Un dolore che non finisce mai”.

Proclamate due giornate di lutto cittadino.
Gli abitanti di Modugno hanno espresso la propria partecipazione al dolore delle famiglie delle vittime con ceri accesi e fiocchi neri dinanzi alle vetrine di negozi e bar. Il sindaco Nicola Magrone ha proclamato due giornate di lutto cittadino per domenica e per il giorno dei funerali, annunciando anche l’intenzione di promuovere una grande manifestazione pubblica che si concluderà sul luogo del disastro. Espressioni di solidarietà sono arrivate da tutta la provincia. Ad Adelfia e a Torre a Mare, in particolare, le feste patronali dedicate a San Vittoriano e a San Nicola si svolgeranno senza fuochi d’artificio e i soldi stanziati per gli spettacoli saranno devoluti ai familiari delle persone decedute e ferite nell’esplosione.

Annunciata un’indagine parlamentare.
La senatrice Camilla Fabbri, presidente della commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro, ha annunciato nel frattempo l’intenzione di proporre l’apertura di un fascicolo di indagine in Parlamento sull’esplosione nella fabbrica. “Si tratta di un evento drammatico ma, purtroppo, tutt’altro che unico – ha scritto la senatrice in una nota – Negli ultimi 15 anni sono stati molteplici gli incidenti, in grande parte con presenza di decessi, verificatisi nel nostro Paese proprio in questo settore produttivo. Appare dunque doveroso, da parte di tutte le istituzioni, offrire un contributo non solo per chiarire le cause che hanno determinato questo evento, ma anche per disporre tutte le misure necessarie per evitare che esso possa ripetersi”.

Le criticità del settore in un documento del 2013.
Nel 2013 la Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro aveva approvato un documento sugli impianti di produzione e deposito degli articoli pirotecnici, in cui si sottolineava come la normativa sui prodotti classificati come “esplosivi” fosse ancora estremamente complessa e confusa. Tra le criticità evidenziate, l’inadeguatezza degli ambienti di lavoro e delle condizioni climatiche in cui vengono svolte le lavorazioni, l’insufficiente preparazione delle maestranze e la mancata osservanza delle disposizioni che vietano l’accesso ai non addetti ai lavori.

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