Tassa sui bancomat da rivedere: l'Agenzia delle Entrate
annuncia rimodulazioni per la sanzione dal 10% al 50% sui prelievi senza
beneficiario specifico, prevista dalla Riforma Fiscale.
Già ribattezzata tassa sui bancomat, la norma contenuta
nell’articolo 15 del decreto sulla revisione del sistema delle sanzioni
(attuativo di una parte della delega fiscale) introduce una serie di modifiche
al DLsgl 471/1997, tra cui una sanzione dal 10% al 50% sui prelievi effettuati
dal conto aziendale senza che vi corrisponda una giustificazione contabile: una
sanzione sproporzionata, che ha suscitato le ire di Rete Imprese Italia e che
ha portato Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ad
anticipare un intervento allo studio per sostituire “una sanzione impropria”
con una che sia meglio graduata e calibrata.
Nel caso in cui l’impresa sia sottoposta ad accertamenti
della Guardia di Finanza, la sanzione inserita nel provvedimento –
auspicabilmente modificata quanto prima – scatta in caso di: «mancata o
inesatta indicazione del soggetto beneficiario delle somme prelevate».
In pratica, andrebbe a colpire qualsiasi tipologia di
prelievo dal conto bancario intestato all’azienda, di cui l’imprenditore non
sia in grado di indicare il beneficiario. Il decreto “incriminato” è fra quelli
approvati in prima lettura dal Consiglio dei Ministri del 26 giugno, ora al
vaglio delle commissione parlamentari per i necessari pareri. I tempi per le
modifiche, dunque, ci sono tutti. Per questo Orlandi si esprime in modo
favorevole ipotizzando di sostituire la multa con una sanzione più
proporzionata, graduata in base al differente comportamento del contribuente,
in modo da: «eliminare anche nei confronti degli imprenditori la sanzione
impropria, costituita dal considerare ricavi occulti le somme prelevate che non
trovano giustificazione in contabilità».
Non solo, in base alle dichiarazioni rese da Orlandi: «la
disposizione si applica solo agli imprenditori e non ai professionisti».
Anche Enrico Zanetti, sottosegretario dell’Economia ha
confermato la volontà di procedere con una modifica al testo del decreto,
confermando l’impegno «per eliminazione dai testi definitivi dei decreti di
questi autentici accanimenti burocratici».
Un’apertura, dunque, che segue la dura presa di posizione
delle PMI. Rete Imprese Italia definisce la misura «assurda» e «peggiore della
disciplina vigente». Si tratta, prosegue la sigla imprenditoriale, di una «vera
e propria follia burocratica», oltre che dell’ennesima «introduzione di una
complicazione fiscale, soprattutto a carico delle imprese in contabilità
semplificata, che va assolutamente stralciata dallo schema di decreto sulla
revisione del sistema sanzionatorio».
La parola passa alle Camere, che dovranno intervenire sui
decreti attuativi della delega fiscale (legge 23/2014), i quali torneranno poi
in CdM per l’approvazione definitiva.
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