Roma, 27 luglio 2015 - La stima del FMI (secondo la quale
occorrerebbero 20 anni in Italia per riportare l’occupazione ai livelli
pre-crisi) è basata su una metodologia che non tiene conto delle riforme
strutturali che già sono state introdotte (per esempio la riforma del mercato
del lavoro e la riduzione della tassazione sul lavoro) né di quelle che sono in
corso di implementazione (per esempio l’efficientamento della pubblica
amministrazione). La metodologia utilizza infatti previsioni di crescita del PIL
che, prudenzialmente, non tengono conto dell’effetto delle riforme. Inoltre
anche l’effetto della crescita del PIL sulla occupazione (il cosiddetto
“coefficiente di Okun”) è basato sulla esperienza passata, quella pre-riforme,
e quindi non tiene in considerazione l’effetto che le riforme avranno sulla
occupazione a parità di crescita.
I dati sull'andamento del mercato del lavoro degli ultimi
mesi sembrano confermare l'impatto dell'azione congiunta delle riforme e della
leva fiscale, con risultati migliori delle aspettative.
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