L’incontro
organizzato dall’Istituto, nell’ambito della 26esima edizione della
manifestazione, ha promosso un confronto con altri enti – Anac, Ministero del
Lavoro, Inps, Formez Pa, Osservatorio Socialis – finalizzato alla costruzione
di una pubblica amministrazione moderna al servizio dello sviluppo del Paese
ROMA
- La giornata conclusiva della 26esima edizione del Forum Pa, al Palazzo dei
Congressi di Roma, ha ospitato un seminario sulla trasparenza organizzato
dall’Istituto per promuovere un confronto con altri enti – Autorità nazionale
anticorruzione, Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Inps, Formez
Pa, Osservatorio Socialis – in un percorso finalizzato alla costruzione di una
pubblica amministrazione moderna al servizio dello sviluppo del Paese,
all’interno della cornice normativa delineata con l’emanazione della legge
190/2012, per la prevenzione e la repressione dell’illegalità nella Pa, e del
decreto legislativo 33 del 14 marzo 2013, che ha riordinato la disciplina
riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di
informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni.
Nicotra:
“Le ultime norme hanno determinato un cambio di passo”. “Queste recenti
discipline normative – ha sottolineato la componente dell’Anac Ida Angela
Nicotra, nell’intervento di apertura dei lavori – hanno determinato un cambio
di passo che finalmente ha fatto comprendere che quella dell’approccio
repressivo, e quindi il delegare alla magistratura il compito di sconfiggere la
corruzione, era una prospettiva miope, mentre l’investimento degli enti
pubblici doveva riguardare la dimensione alternativa della prevenzione,
attraverso la diffusione di una cultura diversa”.
“Per
l’Italia è l’inizio di un cammino diverso”. Prendendo come riferimento la
domanda contenuta nel titolo del seminario – “Trasparenza e anticorruzione:
mero adempimento o una reale opportunità di sviluppo?” – Nicotra ha aggiunto
che “la missione istituzionale dell’Anac deve andare sul concreto, cercando
cioè di risolvere problematiche, non di burocratizzare ulteriormente la
pubblica amministrazione”. Per la componente dell’Autorità anticorruzione,
“anche se l’attuale legislazione è ancora da implementare e da migliorare in
alcune parti, segna l’inizio di un cammino diverso per il nostro Paese”. Un
cammino in cui le singole amministrazioni pubbliche, come dimostra il piano
triennale 2015-2017 per la prevenzione della corruzione adottato dall’Inail,
“diventano capaci di autovalutarsi, senza che le regole di comportamento
migliori debbano necessariamente essere calate dall’alto”.
Pastorelli:
“Un Arco contro i comportamenti illeciti”. A questo proposito, nel corso del
seminario è stato presentato Arco (Analisi rischi di compliance e operativi),
l’ambiente informatico improntato alla cultura della trasparenza e della
sicurezza dell’azione amministrativa che l’Istituto ha progettato per il
monitoraggio e la gestione dei rischi legati alla corruzione. Come sottolineato
dal responsabile del servizio Ispettorato e Sicurezza dell’Inail, Alessandro
Pastorelli, “il concetto di Arco richiama un’arma per colpire il bersaglio, i
comportamenti illeciti, ma anche un elemento strutturale delle costruzioni,
come appoggio di fattori di criticità strutturale delle organizzazioni, come
l’arco di volta si oppone alla forza di gravità, e una rotta possibile per
aiutare l’organizzazione a orientarsi nelle tempeste del futuro, come l’arco di
cerchio massimo compiuto dalle navi oceaniche”.
“Da
un approccio reattivo a uno predittivo”. L’Inail, ha aggiunto Pastorelli, ha
scelto di investire sull’adozione di questo software dedicato “per effettuare,
in modo sistematico e organico, la ricognizione dei rischi cui l’Istituto è
esposto, la loro valutazione e gestione attraverso specifiche attività di
controllo”. In questo percorso si è scelto di partire dalle aree operative che
la legge individua come a più a rischio di corruzione: gli appalti,
l’assunzione di personale e l’erogazione di benefici economici a terzi. Dal
punto di vista dei controlli, ciò comporta il passaggio da un approccio
meramente “reattivo”, quale reazione istituzionale alla commissione di un
illecito, a uno di tipo “predittivo”. “Analizzando i flussi delle procedure
informatiche istituzionali – ha precisato Pastorelli – stiamo infatti cercando
di definire un modello per individuare quegli scostamenti, rispetto agli
standard operativi, che potrebbero precedere la commissione di illeciti”.
Il
progetto articolato in quattro macro cantieri. Nel dettaglio, il programma Arco
si sviluppa su quattro macro cantieri integrati: la gestione dei rischi di
corruzione e dei rischi operativi, la gestione dei rischi di compliance, il
supporto all’audit operativo e la gestione dei processi di pubblicazione
obbligatoria legati alla trasparenza. Il controllo e la validazione della
qualità dei dati pubblicati, in particolare, sono assicurati dal sistema Cat,
acronimo di “Consultazione amministrazione trasparente”, che consente di
gestire contestualmente dati eterogenei, provenienti da molteplici fonti,
assicurando la loro accuratezza e conformità, e rendendone possibile la
pubblicazione automatica, tempestiva e programmabile, con notevoli risparmi in
termini di tempo e di risorse impiegate.
“Un’operazione
culturale, non solo tecnologica”. “Il processo che stiamo portando avanti – ha
spiegato il responsabile del servizio Ispettorato e Sicurezza – entro la fine
di quest’anno coprirà la gran parte delle aree operative dell’Istituto con una
stretta interazione sia con la direzione centrale per l’Organizzazione
digitale, che gestisce la piattaforma informatica, sia con le altre
articolazioni centrali e territoriali dell’Inail”. Per Pastorelli il progetto
sviluppato nell’ultimo biennio sul fronte della trasparenza si configura come
“un’operazione culturale, non solo tecnologica”, destinata ad avere delle
ripercussioni positive anche sull’approccio al lavoro di tutti gli operatori
dell’Inail. “La sfida culturale innescata da questo tipo di operazione tecnica
è importante – ha aggiunto – perché influenzerà gradualmente anche le modalità
con cui perseguire il raggiungimento della missione istituzionale” e “getta i
semi per un nuovo modo di fare amministrazione pubblica”.
Iodice:
“Necessario condividere esperienze e servizi”. Uno dei temi più importanti,
secondo Flavio Iodice, della direzione centrale per l’Organizzazione digitale
dell’Inail, è la condivisione. “Per poter ottenere dei risultati significativi
e coerenti – ha detto – non basta che la singola amministrazione si metta a
testa bassa a lavorare. È necessario, invece, che ci sia la disponibilità
reciproca di condividere esperienze, dati, servizi. Se un ente non ha il tempo
o le risorse per investire in un servizio come Arco, c’è la possibilità,
attraverso l’Inail, di usufruire di questo servizio in erogazione esterna”.
“Nessuno
deve essere geloso delle proprie soluzioni”. “La sfida della trasparenza – ha
aggiunto Iodice – per noi è qualcosa di simile a quella che è stata la corsa
per la conquista della Luna. Dal punto di vista tecnologico appare molto
complicata, con normative che nei momenti di sconforto sembrano servire
soltanto a creare una rete insuperabile di difficoltà. Una volta superate
queste difficoltà, però, oltre a realizzare gli obiettivi di trasparenza e
lotta alla corruzione, uno sforzo di questo tipo ci può aiutare a migliorare
anche da altri punti di vista. Tutto questo, però, solo a patto che ci sia un
impegno collettivo, in cui nessuno è geloso delle proprie soluzioni”.
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