Nel
testo del Decreto Legislativo per il riordino delle tipologie contrattuali, recentemente
approvato dalla Ragioneria dello Stato, è stata inserita una clausola di
salvaguardia per assicurare la copertura economica qualora il numero delle
trasformazioni dei rapporti di collaborazione in contratti a tempo
indeterminato risultasse tale da sforare le risorse stanziate dalla Legge di
Stabilità.
La
Manovra, infatti, nel destinare 1,886
miliardi per sostenere la
decontribuzione dei contatti a tempo indeterminato stipulati a partire da gennaio
2015, aveva preventivato la trasformazione di 37mila collaborazioni. Il nuovo
Dlgs, invece, ha quantificato in quasi 20mila le conversioni predette.
Di
conseguenza, la Ragioneria ha ritenuto insufficiente la precedente copertura
economica, in quanto, stando alle stime del Governo, i collaboratori c.d. monocommittenti
con caratteristiche che rasentano quelle della subordinazione ammontano a circa
370mila.
Queste,
in sostanza, le ragioni che hanno indotto il Mef a richiedere l’introduzione della
clausola di salvaguardia.
Rispetto
alla precedente stesura approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso 20
febbraio, la nuova formulazione del Decreto contiene, inoltre, un’altra novità,
in riferimento al pubblico impiego.
Nello
specifico, è stato disposto che, nell’ambito della Pubblica Amministrazione, fino
al completamento del riordino della disciplina sull’utilizzo dei contratti
flessibili, le norme sulla
trasformazione in contratto di lavoro subordinato dei collaboratori “fittizi” non potrà essere
applicata. Inoltre, dal 1° gennaio 2017 le Amministrazioni non potranno più
stipulare contratti di collaborazioni coordinate
e continuative.
L’ultima
novità, riguarda, invece, il settore privato e, precisamente, la sanatoria per
i datori di lavoro che intendano stabilizzare i rapporti di collaborazione, la
cui decorrenza, rispetto alla versione originaria del Decreto, slitterà al 1°
gennaio 2016.
Valerio
Pollastrini
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