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sabato 11 aprile 2015

Per l’attuazione del Jobs Act c’è il rischio di un aumento dei contributi

La stabilizzazione dei rapporti di lavoro precario, prevista dall’Esecutivo nell’ambito dell’attuazione del Jobs Act, potrebbe richiedere ai datori di lavoro e agli  autonomi il pagamento di un contributo aggiuntivo di solidarietà destinato alle gestioni previdenziali.

Nel testo del Decreto Legislativo per il riordino delle tipologie contrattuali, recentemente approvato dalla Ragioneria dello Stato, è stata inserita una clausola di salvaguardia per assicurare la copertura economica qualora il numero delle trasformazioni dei rapporti di collaborazione in contratti a tempo indeterminato risultasse tale da sforare le risorse stanziate dalla Legge di Stabilità.

La Manovra, infatti,  nel destinare 1,886 miliardi  per sostenere la decontribuzione dei contatti a tempo indeterminato stipulati a partire da gennaio 2015, aveva preventivato la trasformazione di 37mila collaborazioni. Il nuovo Dlgs, invece, ha quantificato in quasi 20mila le conversioni predette.

Di conseguenza, la Ragioneria ha ritenuto insufficiente la precedente copertura economica, in quanto, stando alle stime del Governo, i collaboratori c.d. monocommittenti con caratteristiche che rasentano quelle della subordinazione ammontano a circa 370mila.

Queste, in sostanza, le ragioni che hanno indotto il Mef a richiedere l’introduzione della clausola di salvaguardia.

Rispetto alla precedente stesura approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso 20 febbraio, la nuova formulazione del Decreto contiene, inoltre, un’altra novità, in riferimento al pubblico impiego.

Nello specifico, è stato disposto che, nell’ambito della Pubblica Amministrazione, fino al completamento del riordino della disciplina sull’utilizzo dei contratti flessibili,  le norme sulla trasformazione in contratto di lavoro subordinato  dei collaboratori “fittizi” non potrà essere applicata. Inoltre, dal 1° gennaio 2017 le Amministrazioni non potranno più stipulare contratti di  collaborazioni coordinate e continuative.

L’ultima novità, riguarda, invece, il settore privato e, precisamente, la sanatoria per i datori di lavoro che intendano stabilizzare i rapporti di collaborazione, la cui decorrenza, rispetto alla versione originaria del Decreto, slitterà al 1° gennaio 2016.

Valerio Pollastrini

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