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lunedì 27 aprile 2015

La riabilitazione come valore fondante della politica sanitaria dell’Inail

A Firenze, l’Inail si è confrontata  con i collaboratori a progetto sulla definizione delle future linee guida configurate dalla Legge di Stabilità 2015 per il reinserimento delle persone con disabilità da lavoro, che, da una parte, riconoscono definitivamente il ruolo sanitario svolto dall’Istituto Assicurativo, e, dall’altra, aprono nuovi e significativi campi d’intervento.

Nel corso dell’evento, svoltosi presso Villa Lemmi,  il Presidente della Commissione Previdenza del Civ, Luciano Bertozzi, ha compiuto una disamina approfondita sull’attività sanitaria dell’Istituto, ripercorrendo, così, le principali tappe del recente percorso legislativo,  dal D.Lgs. n.81/2008 – “Testo unico sulla sicurezza sul lavoro” – al D.Lgs. n.106/2009, fino all’Accordo Quadro raggiunto nella Conferenza Stato-Regioni del 2 febbraio 2012, che – dopo la cessione dei Centri traumatologici ospedalieri (Cto) alle Regioni disposta dalla riforma sanitaria del 1978  – ha progressivamente riassegnato all’Inail, rafforzandoli, gli ampi compiti di cui in passato era titolare nell’erogazione delle prestazioni di assistenza sanitaria e riabilitativa ai lavoratori infortunati.

Si tratta di una vasta area di attività che, oltre all’esclusività storica nella medicina legale, vede l’Istituto operare – spesso in forte sinergia con Asl, centri di ricerca ed università – anche per quanto riguarda gli ambiti di prima cura, della ricerca, della riabilitazione e del reinserimento.

Il seminario ha proposto, così, un “focus mirato” sul Centro di riabilitazione motoria di Volterra che – insieme al Centro Protesi di Vigorso di Budrio – rappresenta una realtà d’eccellenza dell’Istituto proprio sul fronte riabilitazione e della ricerca clinica.

Sul punto, il direttore sanitario, Paolo Catitti, ha illustrato i percorsi di cura realizzati in favore dell’infortunato. Attivo dal 1999, il Centro di Volterra offre servizi di riabilitazione intensiva extra-ospedaliera e dispone di 23 posti letto in regime residenziale e di altrettanti in regime semi-residenziale.

Nel corso del 2014 in questa struttura sono stati effettuati 629 ricoveri, 120 in più rispetto all’anno precedente, e la equipe medica ivi preposta ha fornito uno specifico progetto riabilitativo individuale condiviso da paziente e fisioterapista, mettendo in atto protocolli specificamente orientati al recupero delle capacità funzionali residue ed, in particolare, delle abilità lavorative.

Il Centro svolge prestazioni sanitarie dirette sia agli infortunati sul lavoro che agli assistiti del Servizio sanitario nazionale, avvalendosi di alte professionalità e di tecnologie all’avanguardia.

A questo proposito, la dirigente medica del Crm, Elisa Taglione, analizzando le collaborazioni attualmente in corso con l’IIT di Genova e con la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, ha illustrato le attività di ricerca promosse dalla struttura nel campo della robotica riabilitativa, sottolineando come la tecnologia possa rendere significativamente più pregnanti le terapie riabilitative.

Tra i progetti in fase di sperimentazione clinica spiccano, in particolare, Arbot e Wristbot, ausili per la riabilitazione della caviglia e del polso, ed un innovativo dispositivo robotico per la verticalizzazione, che consente alle persone con disabilità motorie gravi la possibilità di spostarsi più facilmente negli ambienti domestici in relazione alle proprie capacità posturali residue.

Il responsabile della Sovrintendenza medica regionale Inail Puglia, Vincenzo Castaldo, ha fornito, invece, un approfondimento sul trattamento riabilitativo “work-oriented”  sperimentato dal Servizio ambulatoriale di fisioterapia di Bari. Si tratta di un progetto specificatamente dedicato a quell’ampia fascia di piccole lesioni e micro amputazioni che, pur non determinando disabilità gravi negli infortunati, rischiano tuttavia di pregiudicare fortemente lo svolgimento delle attività professionali.

L’equipe multidisciplinare del Saf-Inail di Bari fornisce, così, un trattamento specifico alle esigenze di ogni singolo caso trattato che – partendo dall’analisi, dalla scomposizione e “ricomposizione” dei particolari gesti lavorativi e dalla valutazione delle limitazioni subite a seguito dell’incidente – è finalizzato alla definizione di idonee “strategie di compenso” e di procedure alternative, in virtù del principio del c.d. “adattamento ragionevole”.

A concludere il seminario, proponendone un momento di sintesi, sono stati, rispettivamente, il Presidente del Civ, Francesco Rampi, ed il direttore centrale Prestazioni sanitarie e reinserimento lavorativo dell’Inail, Giovanni Paura.

Rampi ha messo in evidenza alcuni principi essenziali sui quali dovrà concentrarsi l’azione propositiva del Civ, partire dal perseguimento di un rafforzamento autentico del ‘progetto riabilitativo individuale’, che vede oggi il medico dell’Inail non più deputato alla sola valutazione medico-legale, ma autentico promotore e co-attore in grado di affiancare il Sistema sanitario regionale e, in una logica di continuità con questo, di governare l’intero ciclo di cura di un infortunato, affinché le condizioni di tempestività, adeguatezza e qualità degli interventi diventino delle dimensioni autenticamente costitutive del percorso di carattere riabilitativo.

In questo ambito, oggi  l’Inail dispone certamente di strumenti operativi estremamente validi, frutto di un patrimonio di tradizione, di esperienze e di opportunità che è necessario mettere in rete in modo ancora più efficace, al fine di garantirne il governo più virtuoso possibile.

Paura, invece, ha sottolineato come le ragioni alla base della mission dell’Inail pongano la persona al centro dell’agire dell’Istituto. Sotto questo profilo, pertanto, la riabilitazione ed il reinserimento nella vita sociale e professionale sono tra le dimensioni che esprimono con maggior forza la vocazione dell’Ente, che, pure a seguito di un mutamento anche significativo dei propri ambiti operativi, ha visto e vede il sostegno al lavoratore in condizioni di fragilità come motivo essenziale del proprio intervento.

Valerio Pollastrini

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