Il
documentario, “Dopo la battaglia”, da un lato, mostra chi l’infortunio sul
lavoro lo ha subito, lo ha affrontato ed oggi – anche a distanza di tanti anni
– cerca di conviverci, mentre, dall’altro, riporta i racconti con cui i liceali
di un laboratorio teatrale di Prato hanno cercato di comprendere questa realtà
a loro estranea.
Prodotto
da Kove, Kulturificio 7, in collaborazione con Regione Toscana, Cgil Toscana e
General video, il film intreccia parole
e storie per analizzare, in particolare, una dimensione spesso poco conosciuta
e descritta dai mass media: ovvero, quello che succede nelle vite delle vittime
– o in quelle delle loro famiglie – a seguito di un incidente.
La
pellicola mette in luce quattro storie, quattro vite – quelle di Paolo Bruschi,
Cristiano Ferrari, Michele Seliziato e Michele Secchiari – fin troppo comuni e,
proprio per questo, tragicamente semplici nella loro “ordinaria” drammaticità. Storie
di cui, purtroppo, troppo spesso ci si dimentica.
Per
questa ragione, Santi ha voluto ridare volto e sentimenti a queste persone,
soffermandosi, in particolare, sul “dopo”,
illustrando i sogni spezzati, la vita da ricostruire ed una riabilitazione
prima di tutto psicologica e poi fisica.
Dai
cantieri navali alle cave di marmo, ognuno dei quattro protagonisti è ritornato
sul luogo dell’incidente per ricostruire l’attimo in cui è cambiata la propria
vita e rivivere quel momento, in tutta la sua angoscia: dalla paura di morire
alla consapevolezza di restare invalido, dal terrore di non essere più
accettato dalla propria donna ad un generale sentimento di inadeguatezza e
fragilità.
Il
regista ha sottolineato l’esigenza per queste persone di ritornare a svolgere
il proprio lavoro dopo l’infortunio e di
riprendere i contatti con i colleghi. Ovviamente c’è anche chi è stato
costretto a cambiare lavoro, come Paolo o Michele, e si è dovuto reinventare
con non poche difficoltà.
La
scelta di non includere donne tra i protagonisti del documentario non è casuale, dal momento che nessuna donna
ha voluto raccontare la propria storia in video. Santi ha provato a spiegarne la
ragione evidenziando la grande difficoltà da parte degli infortunati
nell’accettarsi e nel farsi riprendere.
Gli
studenti del liceo scientifico “Carlo Livi” di Prato, impegnati in un
laboratorio teatrale sul tema del lavoro, hanno agito, invece, nella veste di
narratori esterni, con il compito di snocciolare i dati statistici e farli
fondere con storie concrete, così da dare vita ad un unico racconto.
Valerio
Pollastrini
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