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domenica 19 aprile 2015

Esposizione all’amianto, online una raccolta di articoli scientifici sugli sviluppi della ricerca

L’Inail ha pubblicato sul proprio portale “Il Registro nazionale dei mesoteliomi – Dispensa bibliografica”, il volume nel quale l’Istituto ha raccolto  una selezione degli articoli realizzati, a partire dal 2003, per approfondire specifici temi di ricerca legati all’associazione tra casi di mesotelioma ed esposizione ad amianto.

Il volume, curato dal dipartimento di Medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale - settore Ricerca Inail – riporta, nello specifico, alcuni  testi pubblicati sulle principali riviste scientifiche internazionali di oncologia, epidemiologia e medicina del lavoro sottoposte a procedure di peer review.

Uno dei temi approfonditi è dedicato ai settori di attività economica coinvolti nell’esposizione all’amianto. Oltre a quelli già noti della cantieristica navale e della lavorazione di manufatti in cemento,  i settori implicati per la presenza di amianto nei cicli produttivi o in ambienti di lavoro sono risultati numerosissimi e, mentre negli anni più recenti  la quota di soggetti esposti nei settori più conosciuti è in diminuzione, sembra essere in corso una frammentazione dei settori coinvolti con l’emersione di ambiti di attività via via meno noti e per i quali vi sono minori informazioni nella letteratura scientifica.

Il registro ha poi ricostruito la quantità di amianto consumata pro capite in Italia, dimostrando che nel nostro Paese  i consumi rimangono molto elevati fino al bando del ’92, mentre numerosi Stati industrializzati hanno smesso di consumare il materiale nocivo intorno agli anni ’80.

L’associazione diretta tra le quantità consumate e la successiva insorgenza di malattie amianto-correlate è stata dimostrata dalla letteratura scientifica, la quale  ha accertato l’esistenza di una relazione statistico-epidemiologica molto solida tra la curva dei consumi di amianto e la curva dell’incidenza di mesoteliomi a distanza di circa 30-40 anni.

Uno degli articoli riguarda, invece, l’esposizione non professionale. Al riguardo, il ReNaM ha ripetutamente mostrato come tra l’8% ed il 10% dei casi di mesotelioma definiti è dovuto ad una esposizione di tipo ambientale,  dovuta, principalmente, alla residenza nei pressi dei siti contaminati, o familiare, ovvero dovuta alla convivenza con soggetti esposti significativamente.

Ricercando attivamente tutti i casi registrati sul territorio nazionale, prescindendo da ogni caratteristica professionale, il Registro costituisce, pertanto, un valore aggiunto da un punto di vista conoscitivo, atteso che i dati si riferiscono all’intera popolazione e non solo alla platea degli assicurati.

Il volume riporta, infine, un’analisi delle concordanza fra i dati di incidenza rilevati dalle reti locali del ReNaM e quelli dell’Associazione italiana dei registri tumori, almeno nei territori dove insistono entrambi i sistemi. Tuttavia, i registri tumori non sono presenti in tutte le regioni italiane, circostanza, questa, che pone in evidenza  il tema della necessità di uno scambio di informazioni più strutturato e sistematico.

Valerio Pollastrini

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