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domenica 19 aprile 2015

Contrattazione collettiva nazionale: deroga al regime della responsabilità solidale negli appalti

Nell’Interpello n.9 del 17 aprile 2015, il Ministero del Lavoro ha rilasciato i chiarimenti sollecitati dall’Aris in merito alla corretta applicazione dell’art.29, comma 2, del D.Lgs. n.276/2003, nella parte in cui prevede che la contrattazione collettiva nazionale possa derogare al regime della responsabilità solidale negli appalti.

In particolare, l’istante aveva chiesto se l’espressione “salva diversa disposizione dei contratti collettivi nazionali” si riferisca alla contrattazione collettiva sottoscritta da associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative del settore di appartenenza dell’appaltatore ovvero di quello del committente.

Nella premessa, l’Ente interpellato ha ricordato che la norma predetta (1)  individua un regime di responsabilità solidale tra committente, appaltatore e ciascuno degli eventuali subappaltatori, avente ad oggetto i trattamenti retributivi, nonché il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi dovuti in relazione ai lavoratori impiegati nell’appalto e al periodo di esecuzione dello stesso, entro il limite di due anni dalla sua cessazione.

Come detto, tale disciplina fa salve le diverse disposizioni “dei contratti collettivi nazionali sottoscritti da associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative del settore che possono individuare metodi e procedure di controllo e di verifica della regolarità complessiva degli appalti”.

In proposito,  l’art.9, comma 1, del D.L. n.76/2013 (2)  ha successivamente specificato che le eventuali diverse disposizioni contenute nei contratti collettivi nazionali possano esplicare i propri effetti solo con riferimento ai trattamenti retributivi dovuti ai lavoratori impiegati nell'appalto/subappalto, “con esclusione di qualsiasi effetto in relazione ai contributi previdenziali e assicurativi(3).

Ciò premesso, il Ministero  ha evidenziato che l’istituto della responsabilità solidale costituisce una garanzia per i lavoratori impiegati nell’appalto – evidentemente dipendenti dell’appaltatore/subappaltatore – e, pertanto, appare conforme alla ratio della disposizione ritenere che eventuali regimi derogatori possano essere disciplinati dai contratti collettivi applicati ai lavoratori in questione.

Nell’ambito di tali contratti, dunque, le organizzazioni datoriali e sindacali potranno individuare “metodi e procedure di controllo e di verifica della regolarità complessiva degli appalti”, adeguatamente utili a garantire l’assolvimento, da parte dell’appaltatore, degli obblighi retributivi nei confronti dei propri dipendenti, senza limitarsi a prevedere l’acquisizione delle relative autodichiarazioni rilasciate dai datori di lavori.

Valerio Pollastrini

1)      -  come modificata dall’art.4, comma 31, della Legge n.92/2012;
2)      - convertito dalla Legge n.99/2013;
3)      - cfr. Ministero del Lavoro, Circolare n.35/2013;

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