La
sentenza in commento si colloca all’interno del recente orientamento giurisprudenziale che, ai fini della
legittimità della pretesa, impone all’Inps una dimostrazione estremamente rigorosa.
Nel
caso di specie, il Giudice milanese ha accolto il ricorso del titolare di un pubblico
esercizio, la cui compagna, nel corso di un’ispezione, era stata ritenuta una
lavoratrice subordinata, nonostante i funzionari dell’Istituto non avessero
fornito alcuna prova in ordine a gerarchie, modalità della prestazione, orari,
né della presenza di ulteriori indizi sintomatici dell’eterodirezione.
Valerio
Pollastrini
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