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venerdì 13 marzo 2015

La discussione accesa con il superiore non giustifica il licenziamento

Nella sentenza n.4884 dell’11 marzo 2015, la Corte di Cassazione ha precisato che gli aspri toni utilizzati dal lavoratore nel corso di una discussione avvenuta con un proprio superiore non ne giustificano il licenziamento.
Nel caso di specie, ad oggetto del recesso era stata posta, tra l’altro, l’aggressione verbale del dipendente ai danni del supervisore.
La Corte di Appello di Roma, però, confermando la decisione resa dal Tribunale, aveva disposto l’annullamento del licenziamento.
In particolare, la Corte territoriale aveva ridimensionato l’accaduto, in quanto, nel corso dell’istruttoria lo stesso superiore aveva ammesso che, in realtà, nella discussione intercorsa con il lavoratore non vi era stata alcuna aggressione verbale, ma solo dei toni aspri.
Secondo il giudice dell’appello, pertanto, la gravità della condotta predetta non poteva giustificare il licenziamento del dipendente.
Si tratta di una motivazione che la Cassazione ha ritenuto valida ed esaustiva e, dunque, idonea a giustificare l’annullamento del recesso disposto dalla Corte di Appello.

Valerio Pollastrini

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