La
vicenda in commento è scaturita dalle intercettazioni ambientali che avevano
portato alla luce la segnalazione con la quale un Comandante dei Carabinieri, in merito ad un pubblico concorso, aveva
sottoposto il nome della figlia all’attenzione
di un assessore comunale.
Nel
secondo grado di giudizio il Comandante, al quale era stato contestato l’abuso
d’ufficio, era stato assolto per intervenuta prescrizione del reato.
All’attenzione
della Suprema Corte era stata invece sottoposta la posizione degli altri
soggetti interessati al caso: l'assessore, il Segretario comunale, i componenti
della Commissione di concorso ed il Presidente della stessa, accusati di abuso
d'ufficio e falsità in atto pubblico.
Con
una pronuncia che certamente farà discutere, gli ermellini hanno prosciolto
tutti gli imputati, osservando che la sola segnalazione ad un pubblico ufficiale non è sufficiente per
ritenere perfezionata la raccomandazione, in quanto non vincola quest’ultimo ad accogliere l’invito.
Valerio
Pollastrini
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