Nonostante
la generale tendenza a considerare come
infortuni in itinere solamente quelli collegati ad incidenti stradali, in
realtà le fattispecie oggetto di specifica tutela sono molto più ampie (1).
In
una nota del 10 aprile 2014, l’Inail ha affermato che anche la violenza subita
da una dipendente nel percorso da casa a lavoro rientra nell’infortunio in
itinere.
La
nota prende spunto dal caso concreto di una donna milanese che, dopo essere
uscita dalla palestra nella quale lavorava come addetta alle pulizie, era stata
aggredita e stuprata da uno sconosciuto.
In
seguito all’aggressione, la vittima aveva accusato ripetute crisi di panico ed
era caduta in uno stato crescente di depressione che aveva reso necessario il
ricorso alla psicoterapia.
Nel
considerare l’evento come infortunio in itinere, oltre al risarcimento dei danni
fisici, l’Inail ha riconosciuto alla donna anche il danno biologico.
L’Istituto
ha quindi indennizzato la lavoratrice per le giornate di assenza giustificata
dal lavoro e le ha, inoltre, corrisposto
la somma di 10.000,00 € per il
danno biologico subìto, inteso per tale, non solamente quello all’integrità
fisica, ma anche quello di carattere psico-emotivo patito a causa delle gravi
conseguenze dell’accaduto.
La
nota ha infine ricordato come, recentemente, l’Inail avesse già riconosciuto
l’infortunio in itinere ad una donna di Brescia, rimasta vittima di violenza
nel tragitto che dal lavoro la riconduceva a casa.
Valerio
Pollastrini
(1)
-
Recentemente l’Inail ha indennizzato un lavoratore che aveva subito una rapina
mentre percorreva il percorso casa-lavoro;
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