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sabato 1 febbraio 2014

Il Ministero ha elencato le misure recentemente adottate dal Governo Italiano sul lavoro

Il 29 gennaio 2014 il  Ministro del lavoro Giovannini ha presentato al Commissario europeo per l’Occupazione tutte le misure recentemente adottate dal Governo Italiano sul lavoro e sulle politiche sociali.

 
Si tratta delle disposizioni introdotte nel nostro ordinamento in seguito alle raccomandazioni pervenuteci dell’UE nel giugno 2013, con le quali veniva richiesto allo Stato italiano di:

-         dare attuazione effettiva alle riforme del mercato del lavoro e del quadro per la determinazione dei salari per permettere un migliore allineamento dei salari alla produttività;

-         realizzare ulteriori interventi a promozione della partecipazione al mercato del lavoro, specialmente quella delle donne e dei giovani;

-         potenziare l’istruzione professionalizzante e la formazione professionale, rendere più efficienti i servizi pubblici per l’impiego e migliorare i servizi di orientamento e di consulenza per gli studenti del ciclo terziario;

-         assicurare l’efficacia dei trasferimenti sociali, in particolare mirando meglio le prestazioni specie per le famiglie a basso reddito con figli.
                                                                                       
La prima conseguenza di queste raccomandazioni è stata la realizzazione della controversa “Riforma del lavoro Fornero” , alla quale ha fatto seguito  il “Decreto lavoro” del Governo Letta, D.L. n. 76/2013, con il quale, tra l’altro, è stata aumentata la flessibilità in entrata (maggiore flessibilità dei contratti a tempo determinato, semplificazione dell’apprendistato, agevolazione dei contratti di collaborazione e di lavoro occasionale, ecc.), sono state fornite nuove opportunità per l’assunzione di specialisti da parte di reti d’impresa ed è stato eliminato il limite di 35 anni di età per costituire le società semplificate.

Il Decreto lavoro ha, inoltre, previsto  la creazione della “Banca dati delle politiche attive e passive”, nella quale, si prevede (anche se manca ancora il decreto di attuazione) confluiranno tutte le informazioni sulle azioni svolte dai Centri per l’impiego per i beneficiari dei vari ammortizzatori sociali.

Il Ministro rivendica, inoltre, alcuni interventi finalizzati alla partecipazione al mercato del lavoro di donne e giovani.

Il decreto lavoro ha infatti stanziato:

-         800 milioni di incentivi per l’assunzione di giovani fino al 30 giugno 2015;

-         160 milioni per il rifinanziamento della legge per l’imprenditoria giovanile e dei progetti non-profit promossi da giovani;

-         170 milioni per  borse di tirocinio lavorativo per giovani NEET nel Mezzogiorno e nelle amministrazioni centrali dello Stato

Viene poi ricordata l’istituzione del “fondo per le politiche attive del lavoro”, per finanziare iniziative, anche sperimentali, di ricollocazione dei lavoratori disoccupati o fruitori di ammortizzatori sociali.

Il Governo ha previsto anche alcune misure di sostegno alla conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia, al fine di favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro attraverso uno stanziamento di risorse per l’incremento delle strutture socio-educative per l’infanzia, in particolare per la fascia neo-natale e pre-scolastica.

Ad agosto 2013 è stato firmato “l’Accordo tra Governo, Regioni, Province e Comuni” per la realizzazione di un’offerta di servizi educativi a favore di bambini dai due ai tre anni, volta a migliorare i raccordi tra nido e scuola dell’infanzia e a concorrere allo sviluppo territoriale dei servizi socio educativi 0-6 anni.

Tra le misure adottate in risposta alle prescrizioni Ue si segnala il “Piano italiano per la Garanzia Giovani che ha disposto un cambiamento nel funzionamento del sistema dei servizi per il lavoro che, d’ora in poi,  opererà in modo integrato, anche sul piano dei sistemi operativi (tutti i centri pubblici e privati condivideranno un unico database).

Sul fronte scuola-lavoro, sono stati introdotti:

-         l’orientamento al lavoro nell’ultima classe della scuola media inferiore e nel corso della scuola media superiore;

-         l’alternanza scuola-lavoro per le ultime due classi della scuola media superiore;

-         incentivi per le università che stipulano accordi con imprese per svolgere tirocini curriculari che favoriscano l’alternanza università-lavoro.

A proposito delle politiche sociali, la relazione del Ministro ricorda che il primo gennaio 2014  è entrata  in vigore la riforma ISEE e che, nelle prossime settimane, verrà promosso il decreto necessario per l’istituzione  del “Casellario dell’assistenza”, la cui funzione sarà quella di valutare la condizione socio-economica di ogni singolo fruitore di trasferimenti sociali, nella speranza  così di migliorare il targeting degli interventi realizzati a livello nazionale e locale.

Il Ministro ha inoltre illustrato il funzionamento della “Carta per l’inclusione sociale”, attualmente in sperimentazione, con la quale verrà introdotta una misura nazionale di sostegno per le persone in condizione di povertà e, assocerà l’erogazione del beneficio alla predisposizione da parte dei Servizi sociali comunali di un progetto personalizzato (patto di inserimento).

Oltre alla  “Carta per l’inclusione sociale” è stato previsto un nuovo strumento universale per la lotta contro la povertà, denominato “Sostegno per l’Inclusione Attiva” (SIA).

Alle misure sopra elencate deve aggiungersi, inoltre, l’inasprimento delle sanzioni per il ricorso al lavoro nero.

La relazione ministeriale indica anche i propositi per il futuro, con l’impegno espresso di approntare in tempi rapidi una  riforma dei Centri per l’impiego, oltre quello di stimolare una maggiore  partecipazione dei lavoratori.

A proposito dei Centri per l’impiego, risulta quantomeno singolare quanto affermato da Giovannini, per il quale tali strutture possono essere anche eliminate, stante la loro perenne inefficienza.

Si ricorda che un disegno di legge presentato dall’attuale Governo Letta, già approvato da uno dei rami del Parlamento, prevede il trasferimento delle competenze delle Province,  tra cui appunto quella sui Centro per l’impiego, alle Regioni o allo Stato.

Per quanto riguarda la partecipazione dei lavoratori, il Ministro ha ricordato che, in attesa dell’approvazione di un apposito disegno di legge attualmente al vaglio del Parlamento, il Governo ha istituito un fondo, finanziato con 2 milioni di euro per il 2014 e 5 milioni di euro per il 2015, finalizzato ad  incentivare fiscalmente la partecipazione dei lavoratori secondo le regole che verranno definite dalla nuova normativa.

Considerazioni
A detta di chi scrive, quelle che vengono annunciate come misure adeguate al sostegno dell’occupazione, finora si sono rivelate prive di efficacia pratica nel contrastare l’imperante disoccupazione che ogni mese continua a registrare livelli record nel nostro Paese.

Le disposizioni introdotte, riepilogate in toni quasi trionfalistici, continuano a limitare gli “aiuti” a settori spot, ignorando, di fatto, che il vero problema che impedisce la crescita dei livelli occupazionali è rappresentato dal costo proibitivo imposto da tasse e contributi al lavoro ordinario.

Degli incentivi introdotti è necessario inoltre sottolineare l’esiguità delle somme stanziate che, in molti casi, violano i criteri della certezza del diritto, costringendo le aziende ad una folle corsa contro il tempo per beneficiare delle agevolazioni, senza avere la sicurezza che i fondi previsti consentiranno una reale fruizione.

Alcuni istituti, inoltre, si veda in particolare quello dell’apprendistato, sono regolamentati in modo così farraginoso e contorto da renderli, di fatto, inapplicabili.

Insomma: se è vero che tali misure rispondono a specifiche richieste dell’Ue, dobbiamo constatare che l’Europa finora, oltre a chiederci enormi sacrifici in ogni settore del Paese, a proposito del lavoro, ci impone solamente misure parziali che non possono in alcun modo tradursi in benefici reali per l’occupazione.

Valerio Pollastrini

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