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domenica 26 gennaio 2014

Legittimo il rifiuto alla prestazione se in azienda non vengono applicate le prescrizioni sulla sicurezza


In linea di principio, se il datore di lavoro risulta inadempiente in merito all’applicazione delle  misure di legge finalizzate alla tutela della salute e dell’integrità psicofisica del personale, il lavoratore ha il diritto di astenersi dalle prestazioni la cui esecuzione potrebbe arrecargli danno.

Ad affermarlo è la Corte di Cassazione che ha accolto la richiesta di pagamento delle retribuzioni avanzata da un gruppo di lavoratori delle Ferrovie dello Stato che si erano rifiutati di effettuare i lavori di rimozione dell'amianto dai vagoni ferroviari in mancanza dei necessari interventi di bonifica.

Dopo aver timbrato il cartellino, i dipendenti  erano rimasti a disposizione del datore di lavoro durante tutto l'orario di lavoro, astenendosi tuttavia dalle attività che potessero porli  a diretto contatto con l'amianto.

Il Pretore era intervenuto ordinando la chiusura di detti capannoni ed aveva inoltre disposto una serie di modifiche agli impianti.

I menzionati lavoratore non avevano però ricevuto la retribuzione per i giorni nei quali si erano astenuti dal lavoro e per questo avevano avviato un giudizio, sostenendo che il rifiuto della prestazione negli ambienti di lavoro ritenuti pericolosi fosse giustificato dall'inadempimento degli obblighi di sicurezza gravanti sul datore di lavoro.

Le Ferrovie dello Stato avevano contestato la pretesa dei lavoratori, sostenendo che, all'epoca dei fatti, l'uso dell'amianto non era ancora stato vietato per legge e non erano stati stabiliti valori limite di tollerabilità,  risultando quindi, a detta dell’azienda, pienamente adeguate le precauzioni che, in base alle conoscenze del tempo, erano state allora impiegate.
 
La Cassazione ha però accolto le richieste dei lavoratori, ritenendo in particolare che l'inadempimento delle Ferrovie dello Stato non consistesse nella mancata applicazione di nuove tecnologie ma nei gravi difetti esistenti negli ambienti di lavoro, accertati da apposita perizia, come l'imperfetto isolamento degli ambienti con conseguente dispersione di polveri e fibre, l'inidoneità dell'impianto di estrazione dell'aria, l'inidoneità dei caschi forniti ai lavoratori per impedire l'infiltrazione di polveri all'interno.

Valerio Pollastrini

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