In linea di principio, se il datore di lavoro risulta inadempiente in
merito all’applicazione delle misure di
legge finalizzate alla tutela della salute e dell’integrità psicofisica del
personale, il lavoratore ha il diritto di astenersi dalle prestazioni la cui
esecuzione potrebbe arrecargli danno.
Ad affermarlo è la Corte di Cassazione che ha accolto la richiesta di
pagamento delle retribuzioni avanzata da un gruppo di lavoratori delle Ferrovie
dello Stato che si erano rifiutati di effettuare i lavori di rimozione
dell'amianto dai vagoni ferroviari in mancanza dei necessari interventi di
bonifica.
Dopo aver timbrato il cartellino, i dipendenti erano rimasti a disposizione del datore di
lavoro durante tutto l'orario di lavoro, astenendosi tuttavia dalle attività
che potessero porli a diretto contatto
con l'amianto.
Il Pretore era intervenuto ordinando la chiusura di detti capannoni ed aveva
inoltre disposto una serie di modifiche agli impianti.
I menzionati lavoratore non avevano però ricevuto la retribuzione per i
giorni nei quali si erano astenuti dal lavoro e per questo avevano avviato un
giudizio, sostenendo che il rifiuto della prestazione negli ambienti di lavoro
ritenuti pericolosi fosse giustificato dall'inadempimento degli obblighi di
sicurezza gravanti sul datore di lavoro.
Le Ferrovie dello Stato avevano contestato la pretesa dei lavoratori,
sostenendo che, all'epoca dei fatti, l'uso dell'amianto non era ancora stato
vietato per legge e non erano stati stabiliti valori limite di tollerabilità, risultando quindi, a detta dell’azienda,
pienamente adeguate le precauzioni che, in base alle conoscenze del tempo,
erano state allora impiegate.
La Cassazione ha però accolto le richieste dei lavoratori, ritenendo in
particolare che l'inadempimento delle Ferrovie dello Stato non consistesse
nella mancata applicazione di nuove tecnologie ma nei gravi difetti esistenti
negli ambienti di lavoro, accertati da apposita perizia, come l'imperfetto
isolamento degli ambienti con conseguente dispersione di polveri e fibre,
l'inidoneità dell'impianto di estrazione dell'aria, l'inidoneità dei caschi
forniti ai lavoratori per impedire l'infiltrazione di polveri all'interno.
Valerio Pollastrini
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