La destinazione all’estero di un lavoratore non comporta un mutamento definitivo del rapporto, ma determina esclusivamente una pattuizione autonoma tra i soggetti interessati – datore di lavoro e lavoratore – in quanto è necessario il preventivo consenso di quest’ultimo.
Tuttavia, l’invio di un lavoratore italiano in un Paese extracomunitario è subordinato ad un’apposita autorizzazione amministrativa.
Con una nota del 22 gennaio 2013, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in merito alle richieste di autorizzazione per i lavoratori italiani all’estero, ha annunciato che dal 1° febbraio i datori di lavoro che intendono assumere o trasferire lavoratori italiani (o comunitari residenti in Italia) per attività lavorative in Paesi extra-UE, hanno l’obbligo di richiedere il rilascio dell’apposita autorizzazione, utilizzando esclusivamente la procedura informatica.
La nuova procedura, avviata in via sperimentale già dal 15 settembre 2012, è illustrata nella Nota ministeriale del 3 agosto 2012 e disponibile sul portale Cliclavoro.
Valerio Pollastrini
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