La storia di Pipoy sbarcato a Trapani che ora vende le sue
piantine di coriandolo
Ha aperto con successo in Italia il primo mercato agricolo
dei migranti che dopo essere fuggiti da fame e guerre si sono messi a coltivare
in aree incolte e a vendere direttamente ai consumatori gli ortaggi e le spezie
prodotte. L’iniziativa che si è svolta per la prima volta a Pisa nel mercato di
Campagna Amica di Coldiretti, fianco a fianco ai produttori agricoli locali che
hanno contribuito alla formazione dei migranti principalmente provenienti dal
corno d’Africa, da alcuni dei paesi più poveri e violenti del mondo. I giovani
di età compresa tra i 18 e 25 anni si sono messi a studiare le tecniche di
coltivazione nelle campagne abbandonate per ottenere prodotti genuini di
qualità a chilometri zero da vendere nei mercati locali. Alcuni sono arrivati
in Italia solo da pochi mesi, e non parlano italiano, altri da nove mesi,
qualcun altro da più di un anno: ad accomunarli c’è la fuga da guerre, fame e
povertà. Tra di loro c’è ad esempio “Pipoy” (Pa Wujeh Njie) è arrivato nel 2014
dal Gambia. E’ sbarcato in Sicilia, a Trapani. Nel suo paese, il padre, è un
perseguitato politico. E lui è scappato, insieme a tanti suoi connazionali per
inseguire il sogno di una vita migliore. Ma solo oggi vede la luce in fondo al
tunnel. Le sue piantine aromatiche, coriandolo, menta bergamotto, nepitella,
crescione ed ortaggi, sono in vendita per la prima volta, al mercato di
Campagna Amica di Coldiretti a Pisa. Tanta la curiosità e l’attenzione per lo
stand allestito in mezzo ai banchi dei produttori locali della Coldiretti.
L’obiettivo del progetto è renderli autonomi e indipendenti insegnandoli le
basi solide di un lavoro. La filiera corta con la produzione di piante ed
ortaggi sarà il loro strumento di integrazione.
I migranti hanno partecipato ad un corso di formazione di introduzione
alle tecniche agricole per fare successivamente pratica nei terreni incolti o
abbandonati messi a disposizione gratuitamente dal Parco di San Rossore e da
alcune aziende locali. Il ruolo di Coldiretti, oltre alla possibilità di
presentare e vendere i prodotti del lavoro dei migranti nel contesto di uno dei
più importanti mercati toscani a chilometri zero, è stato contribuire alla
formazione dei ragazzi, soprattutto sotto il profilo tecnico della costruzione
di impresa e aiutare i migranti negli interventi di recupero e messa a dimora
dei terreni agricoli che da lì a poco sarebbero andati a coltivare.
L’aspirazione dei migranti e dei loro tutor – conclude la Coldiretti - è quella
di diventare al piu’ presto imprenditori o lavoratori agricoli per inserirsi
stabilmente nel nuovo contesto sociale anche in aree interne fortemente segnate
dall’abbandono e dallo spopolamento.
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