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venerdì 27 novembre 2015

Confartigianato - Vicino a ‘crescita zero’ (+0,6%) export nei paesi emergenti

Confartigianato, Nota del 26 novembre 2015

Ad ottobre maggiore calo del made in Italy in Russia (-20,6%) e Turchia (-8,6%)

La crescita mondiale si indebolisce a seguito dell’accentuarsi del rallentamento delle economie emergenti che, secondo le ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale, segneranno nel 2015 una crescita del 4,0%, il secondo peggiore risultato degli ultimi 14 anni, dopo il 3,1% del 2009 annus horribilis della Grande recessione.

La nostra analisi degli ultimi dati del commercio internazionale relativi a settembre indica che l’import dei Paesi emergenti – valutato in media mobile annuale – entra in territorio negativo dopo oltre cinque anni segnando un calo dello 0,4%.

I mercati di 157 Paesi emergenti rappresentano poco meno di un terzo (29,7%) del made in Italy nel mondo e rappresentano oltre la metà (51,6%) delle vendite all’estero sui mercati extra Ue.

Nei primi 8 mesi del 2015 l’export segna una crescita del 4,4%, pressoché interamente dovuta ai Paesi avanzati che segnano un aumento del 6,1%, mentre il made in Italy nei paesi emergenti si avvicina pericolosamente alla ‘crescita zero’ segnando una variazione dello 0,6%.

Emergenti down – Il risultato delle economie emergenti è appesantito da 63 Paesi che segnano una caduta delle vendite del made in Italy del 19,2% e che rappresentano il 25,6% delle esportazioni verso le economie emergenti. Prendendo in considerazione i dieci maggiori mercati in calo, si osserva una più marcata caduta dell’export in Libia (-34,2%), Russia (-28,4%), Tunisia (-10,5%) e Brasile (-10,3%); seguono Marocco (-5,4%), Argentina (-4,5%), Libano (-3,6%), Serbia (-2,4%), Thailandia (-1,0) e Cina (-0,3%).

La regione maggiormente esposta sui quattro principali mercati emergenti in crisi – Libia, Russia, Tunisia e Brasile – è quella delle Marche con l’export annualizzato (manifatturiero al netto dei prodotti petroliferi raffinati) pari all’1,69% del valore aggiunto regionale seguita dall’Emilia-Romagna con 1,58%, Piemonte con 1,52%, Veneto con 1,47%, Friuli-Venezia Giulia con 1,44% e Lombardia con 1,23%. La provincia maggiormente esposta sui quattro emergenti in crisi è Fermo con l’export annualizzato pari al 3,43% del valore aggiunto regionale, seguito da Avellino con 2,96%, Vicenza con 2,53%, Reggio Emilia con 2,29%, Belluno con 2,17%, Udine con 2,04%, Torino con 1,89%, Modena con 1,87%, Treviso con 1,80% e Pesaro e Urbino con 1,73%. Clicca qui per i dati relativi al grado di esposizione sui mercati di Libia, Russia, Tunisia e Brasile per regione e provincia.

Emergenti up – All’opposto vi sono 88 economie emergenti – che rappresentano il 64,5% del made in Italy verso i Paesi emergenti – che controbilanciano con una crescita dell’export dell’11,7%. Le maggiori economie emergenti che ancora ‘tirano’, registrando una crescita delle vendite del made in Italy, sono Emirati Arabi Uniti (+17,7%), Messico (+14,5%), India (+11,6%), Egitto e Algeria (entrambi con +8,7%), Polonia (+8,4%), Arabia Saudita (+8,3%), Turchia (+8,2%), Ungheria (+5,8%) e Romania (+5,4%).

Nell’occhio del ciclone della crisi internazionale, Russia e Turchia sono i mercati che ad ottobre vanno peggio: l’esame delle stime preliminari del commercio estero extra Ue pubblicate dall’Istat questa settimana evidenziano ad ottobre 2015 una caduta del 4,5% dei mercati extra Ue rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, che ridimensiona la dinamica dei primi dieci mesi dell’anno a +3,7%. Tra i mercati monitorati Russia e Turchia – coinvolti dalla grave crisi diplomatica dopo l’abbattimento del jet dell’aviazione russa avvenuto martedì scorso – segnano ad ottobre il calo più accentuato delle vendite del made in Italy, rispettivamente del -20,6% e del -8,6%; il trend di ottobre conferma la caduta del mercato russo che nel totale dei primi dieci mesi del 2015 crolla del 27,5%, mentre per la Turchia frena la crescita che, sempre nei primi dieci mesi dell’anno, si ferma al 5,0%.

Il basso profilo dei prezzi del petrolio arretra anche la domanda di made in Italy dai dodici paesi appartenenti all’ Opec – tutti e dodici sono nel gruppo degli emergenti – che ad ottobre segna un calo dell’11,6%, che porta ad azzerare (0,0%) la crescita delle esportazioni nei primi dieci mesi dell’anno.

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