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giovedì 29 ottobre 2015

Giustizia: Cgil e Fp Cgil, decreto precari giustizia soluzione parziale

Cgil, Comunicato Stampa del 29 ottobre 2015

"Il decreto che dovrebbe individuare una soluzione per i precari della giustizia, da quanto sino ad ora abbiamo potuto apprendere, rappresenterebbe una soluzione parziale. Se così fosse saranno quindi necessari interventi ulteriori per coprire tutti i lavoratori interessati e l'apertura del tavolo congiunto con le Regioni. Infatti, a fronte di 2.500 precari, il bando prevedrebbe l'utilizzo nell'ufficio per il processo di sole 1.500 unità". Ad affermarlo sono il segretario confederale della Cgil Gianna Fracassi e il segretario nazionale della Fp Cgil Salvatore Chiaramonte.

"L'aspetto più critico - sostengono i due dirigenti sindacali facendo riferimento al testo visionato - è relativo al riparto dei posti. Infatti vi sarebbero posti disponibili in regioni dove ci sono pochissimi tirocinanti, come la Liguria o il Trentino, mentre in altre non ve ne sarebbero affatto". Nel decreto, spiegano Fracassi e Chiaramonte, "emerge che tra i precari 'salvati' perché in possesso dei requisiti, molti dovrebbero spostarsi da una regione all'altra, con il rischio di situazioni paradossali per chi si dovrà trasferire dal centro, dal sud e dalle isole in regioni come il Trentino Alto Adige". "Non è possibile - denunciano - chiedere a un disoccupato di andare a lavorare a centinaia di chilometri di distanza per 400 euro mensili, sarebbe una vera e propria beffa per queste persone che da anni prestano servizio nei nostri tribunali".

"Il ministro della Giustizia Andrea Orlando - ricordano i segretari di Cgil e Fp - aveva assicurato in più sedi che nessuno sarebbe rimasto indietro: ci auguriamo quindi che ponga rimedio, prevedendo un numero maggiore di posti disponibili nelle regioni in cui i tirocinanti sono più numerosi". "Auspichiamo inoltre - proseguono - che i cinque milioni di euro annunciati dal titolare di via Arenula per i progetti regionali possano offrire soluzioni effettive per tutti gli esclusi, attraverso una opportuna e dovuta convocazione delle organizzazioni sindacali per scongiurare ulteriori pasticci".

"Si tratta - proseguono Fracassi e Chiaramonte - di temi e suggerimenti da accogliere per evitare di ritrovarsi, ancora una volta, davanti a impegni non mantenuti, come quelli assunti con il personale di ruolo che attende da tempo l'attuazione della riqualificazione professionale". "Non si può più aspettare per aprire una discussione, interrotta qualche mese fa, su tutte le politiche del personale", concludono. 

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