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lunedì 26 ottobre 2015

Confartigianato – Negli ultimi tre anni il Residenziale diventa il comparto più energivoro (28,8% consumi finali)

Confartigianato, Nota del 26 ottobre 2015

Nel corso dell’ultimo decennio la sovrapposizione di due cicli recessivi e i processi di efficientamento energetico hanno sensibilmente ridotto il peso relativo della domanda di energia del settore produttivo, con uno switch interno che ha visto crescere il peso del terziario e diminuire quello del manifatturiero.

L’analisi della comparazione europea dei bilanci energetici mostra che in Italia il comparto Residenziale determina il 28,8% dei consumi finali, seguito dai Trasporti su strada (27,7%), dall’Industria (22,7%), dai Servizi (13,4%), dagli Altri trasporti (ferrovia, aereo e nave con il 4,9%) e Agricoltura e altro (2,5%). L’Italia presenta quota più elevate rispetto all’Ue a 28 di 2 punti percentuali nel Residenziale, di 1,9 punti nel Trasporto su strada, compensate da una minore quota nelle Imprese dell’Industria e Servizi di 2,8 punti; quote più limitate in Italia anche per Altri trasporti (-0,9 punti), Agricoltura e altro (-0,2 punti).

L’analisi della serie storica mette in evidenza cambiamenti rilevanti nella composizione degli input di energia nei diversi comparti: il decennio 2003-2013 registra una riduzione di 8,4 punti dei consumi dell’Industria e di 1,6 punti del Trasporto su strada; all’opposto si registra una salita di 6,4 punti della quota del Residenziale e di 3,3 punti nei Servizi, mentre è più contenuto l’aumento (+0,4 punti) della quota degli Altri trasporti.

Prendendo a riferimento i tre comparti più energivori – Industria, Trasporti su strada e Residenziale – si osserva come già del 2006 il consumo finale di energia del settore Manifatturiero viene superato da quello del Trasporto su strada e nel 2010 viene superato anche dal consumo del settore Residenziale che non arresta la corsa e nel 2012 arriva a superare anche il Trasporto su strada.

Il trend dell’efficienza energetica delle imprese – illustrato in un report dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia presentato nel corso del seminario “Il check up energetico per le imprese della Brianza” tenuto nei giorni scorsi presso la Camera di Commercio di Monza – evidenzia che nel 2013 il rapporto tra l’energia consumata e il valore aggiunto prodotto delle imprese  – manifatturiero, costruzioni e servizi al netto dei trasporti – si riduce del 18,8% rispetto al massimo del 2003; nell’ultimo decennio la riduzione dell’input energetico per unità di Pil in Italia è in linea con quella registrata nell’Ue a 28, ma è decisamente più accentuata rispetto quella registrata da Germania (-10,7% nel periodo in esame) e migliore anche di quella della Francia (-17,2%). Anche il consumo di energia in rapporto al valore della produzione evidenzia un trend di costante discesa. Il contenimento dell’input di energia abbina efficientamento dei processi produttivi a modifiche della composizione settoriale.

Focalizzando l’attenzione sull’energia elettrica consumata nel settore manifatturiero – la commodity che in valore registra il maggiore consumo da parte delle imprese – si osserva che nel 2014 si registra una riduzione del consumo elettrico per unità di valore aggiunto del 15,7% rispetto al massimo del 2003.

Il report dedica un ampio approfondimento alle tendenze sul territorio della Lombardia, regione che assume una specifica rilevanza in relazione a consumi ed efficienza energetica: il 23,6% dell’energia elettrica consumata dalle imprese viene registrato in Lombardia e, nello specifico, il triangolo energivoro lombardo che ha per vertici Milano, Brescia e Bergamo consuma energia elettrica come tutta l’Italia meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria), determinando il 14,6% del consumo totale nazionale.

Di Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi Confartigianato in collaborazione con Licia Redolfi, Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia

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