Al centro del dibattito la “rivoluzione bancaria” e la
regolamentazione Ue degli ultimi anni
Si è tenuto oggi al Parlamento europeo un incontro sul
sistema bancario italiano, promosso da Antonio Tajani, Vicepresidente del
Parlamento europeo, e Roberto Gualtieri, Presidente della Commissione per i
problemi economici e monetari, cui hanno preso parte il Presidente
dell'Associazione bancaria italiana, Antonio Patuelli, e il Direttore Generale,
Giovanni Sabatini.
Al centro del dibattito, al quale hanno partecipato gli
Europarlamentari italiani, la “rivoluzione bancaria” e la regolamentazione
finanziaria dell'UE degli ultimi anni, culminata con la creazione dell'Unione
bancaria. Durante l’incontro sono stati riconosciuti i progressi delle banche
italiane in termini di solidità patrimoniale e di costante supporto ai
territori, alle imprese, alle famiglie e si è discusso delle prospettive per la
stabilità economica dell'UE.
Il Vicepresidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha
rilevato la necessità di "più Europa, regole comuni e istituzioni
forti" per affrontare le sfide di un'economia globalizzata. "Per
assicurare stabilità economica nel lungo termine", ha spiegato Tajani, "non
sarà sufficiente un Ministro per le Finanze della zona Euro". Secondo
Tajani: "dopo l'Unione bancaria e l'Unione dei mercati dei capitali,
l'obiettivo deve essere quello di arrivare a un'Unione fiscale, al servizio
dell'economia reale e della creazione di occupazione". Tajani ha anche
sottolineato l'urgenza di rilanciare la politica industriale europea e
risolvere il problema dell'accesso al credito per le PMI. "In questo
contesto", ha spiegato Tajani, "le banche devono continuare a sostenere
l'economia reale, finanziando start-up, artigiani e piccole e medie
imprese".
Roberto Gualtieri, Presidente della Commissione per i
problemi economici e monetari del Parlamento Europeo, ha evidenziato che ”dopo
la fase di regolamentazione del settore bancario avviata nel corso della scorsa
legislatura è arrivato il momento di una valutazione approfondita della
legislazione adottata, alla luce della creazione dell'Unione Bancaria e del
meccanismo di supervisione unico". Gualtieri ha spiegato che "la Commissione
ECON è attualmente impegnata in questo processo, assicurando un pieno esercizio
delle proprie prerogative di controllo nell'implementazione delle misure adottate,
in particolare attraverso la regolamentazione di secondo livello. Particolare importanza
avrà anche la prima relazione annuale sull'Unione Bancaria, che rappresenterà
l'occasione per il Parlamento europeo di identificare le aree di criticità e le
sfide poste dalla nuova architettura europea di vigilanza". Gualtieri ha
anche ricordato che "il completamento dell'Unione bancaria porta con sé la
necessità di affiancare ad essa azioni volte a rilanciare la crescita e lo
sviluppo e a rafforzare il governo economico dell’euro, lavorando per una
autentica integrazione economica e finanziaria sostenibile nel lungo
periodo".
Antonio Patuelli, Presidente dell’ABI, ha sottolineato che
“sono fatti la ripresa dei mutui, i nuovi prestiti alle imprese e il rinnovato
slancio del credito al consumo. Si tratta di alcune premesse positive. Sta
operando una nuova energia delle banche operanti in Italia a sostegno di
famiglie e imprese, soprattutto piccole e medie imprese. Le banche agiscono ora
in un quadro di maggiore stabilità finanziaria europea, garantita dalla
BCE-Sistema Europeo delle Banche Centrali, fra cui la Banca d’Italia, e anche
da una rinnovata attenzione del Parlamento Europeo verso i temi della crescita
e di una regolamentazione equilibrata e costante”. Patuelli ha ricordato che
“Alcune regolamentazioni specifiche – in particolare il cosiddetto SMEs
supporting factor, che rappresenta un fattore di riduzione degli assorbimenti
patrimoniali per i prestiti alle piccole imprese previsto da Basilea3; la possibile
revisione del metodo standard di misurazione del rischio di credito in analisi
al Comitato di Basilea; la discussione circa l’introduzione di un possibile
requisito patrimoniale sui titoli di Stato dell’area dell’euro - potrebbero
dispiegare effetti indesiderati sull’economia, sull’occupazione e sulla finanza
pubblica, qualora non ben analizzate e controllate”.
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