La
Regione rilascia questa certificazione di qualità ai Comuni e agli altri enti
locali che promuovono e garantiscono la presenza delle donne nel contesto
socio-economico e realizzano azioni positive per favorire la parità tra i sessi
e le condizioni di conciliazione tra lavoro e responsabilità familiari. Gli
Enti locali in possesso di questa certificazione, tra l’altro, hanno diritto ad
una maggiorazione del punteggio da 1 a 10 punti nel caso in cui partecipano a
bandi pubblici regionali
26/06/2015
- La Regione rilascia la certificazione di qualità di “Comuni Alla Pari” ai
Comuni e agli altri enti locali che promuovono e garantiscono la presenza delle
donne nel contesto socio-economico e realizzano azioni positive per favorire la
parità tra i sessi e le condizioni di conciliazione tra lavoro e responsabilità
familiari. Un riconoscimento per le
realtà che sostengono la diffusione di una cultura di pari opportunità.
Le
opportunità per i “Comuni alla Pari”. Gli Enti locali in possesso di questa
certificazione, tra l’altro, hanno diritto ad una maggiorazione del punteggio
da 1 a 10 punti nel caso in cui partecipano a bandi pubblici regionali per
ottenere finanziamenti.
Come
si ottiene l’attestazione di “Comune alla Pari”? Gli Enti locali devono
presentare domanda all’Assessorato Pari Opportunità, Autonomie Locali e
Sicurezza – Osservatorio Regionale sulle Pari Opportunità e la violenza contro
le donne. L’attestazione viene rilasciata dalla Direzione regionale competente
su indicazione dell’Osservatorio.
L’Ente
locale che richiede l’attestazione deve dimostrare le azioni e iniziative
adottate nell’ambito delle pari opportunità e
della conciliazione familiare. Le azioni dovranno essere riconducibili
ad almeno uno o più indicatori A,B,C e D.
Ecco
quali sono:
A.
L’applicazione delle norme. Prevede il
rispetto delle quote di genere nelle cariche politiche elettive e nella Giunta
dell’Ente, la presenza del CUG, l’adozione del piano triennale delle azioni
positive, l’adeguamento dello Statuto ai sensi della legge 251/2012, le
commissioni di concorso ai sensi della legge 215/2012 e il rispetto delle quote
di genere nelle società controllate dall’Ente ai sensi della legge251/2012.
B.
Requisiti di qualità di primo livello. La delega e/o Assessorato alle Pari
Opportunità, la percentuale di presenza femminile nei ruoli apicali dell’Ente,
la consulta comunale delle Pari Opportunità, la diffusione tra il personale
della Direttiva del 27 maggio 2007.
C.
Requisiti di qualità di secondo livello. La promozione di politiche di
conciliazione vita-lavoro, l’analisi, in ottica di genere, del personale
dell’Ente. La presenza di sportelli donna e/o convenzioni con altri centri
territoriali, consultori, sportello anti stalking, centri e/o sportelli
antiviolenza, case rifugio. La promozione di azioni per sostenere l’avvio, lo
sviluppo e il consolidamento di attività imprenditoriali a conduzione
femminile. Manifestazioni, convegni, corsi di formazione rivolti al personale
interno e/o alla cittadinanza per educare alla parità e al rispetto delle
differenze di genere.
D.
Requisiti di qualità di terzo livello. L’adozione delle procedure per la
valutazione in ottica di genere di ogni legge, regolamento, atti
amministrativi. L’adozione di un linguaggio non sessista negli atti pubblici e
negli atti amministrativi interni.
L’adozione della procedura per la valutazione in ottica di genere del
Bilancio.
Consulta
il provvedimento:
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