Roma, 28 luglio 2015 - Il ministro Padoan ha rilasciato
un’intervista al Financial Times – pubblicata domenica su FT.com e ieri sul
giornale – nella quale affronta le prospettive dell’area euro.
Il Ministro ritiene
che l’ipotesi di uscita della Grecia dall’euro – pubblicamente formulata da
esponenti di governi e istituzioni – abbia di per sé cambiato la natura
dell’euro, rendendo la moneta unica più fragile. Come conseguenza di questi
avvenimenti, la probabilità di nuove crisi aumenta così come il loro impatto
potenziale. Diventa quindi indispensabile agire rapidamente per rafforzare
l’euro, oggetto di una crescente sfiducia. “I cittadini vogliono sapere se
riusciranno a trovare un lavoro e se i loro figli troveranno un lavoro. Le
istituzioni europee devono essere in grado di rispondere ‘Sì, le vostre
possibilità di trovare un lavoro sono maggiori grazie all’Europa”, ha aggiunto
il Ministro.
Sul piano economico,
tra le iniziative da realizzare tempestivamente la priorità dovrebbe andare
alle misure di condivisione del rischio, per affrontare con risorse comuni una
crisi che si scatena in uno o più paesi anche per cause esterne. Misure di questo
tipo sono il completamento dell’unione bancaria e la realizzazione di un fondo
contro la disoccupazione. Ma un’evoluzione è possibile soltanto attraverso una
maggiore integrazione politica.
“Una unione economica e monetaria a
tutti gli effetti richiede una unione di bilancio e una politica di bilancio
comune” – ha affermato il Ministro. La politica di bilancio comune dovrebbe
essere affidata a un Ministro delle Finanze dell’euro che a sua volta dovrebbe
rispondere a un parlamento eletto.
In conclusione “gli
europei che vogliono fare progressi nell’integrazione europea devono ammettere
chiaramente che l'unione monetaria esistente è un meccanismo incompleto, che
deve essere rafforzato”.
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