Per
due terzi della popolazione indicatore più favorevole o uguale al vecchio; le
dichiarazioni con patrimonio nullo passano da quasi il 75% a meno del 25%
Il
1° gennaio è entrato in vigore il nuovo ISEE. Molte sono state le innovazioni,
sia dal punto di vista procedurale che delle regole di calcolo. Nel primo
trimestre sono circa un milione le Dichiarazioni sostitutive uniche (DSU)
presentate nelle modalità appena introdotte. È un numero sufficiente per
cominciare a monitorare in termini quantitativi gli effetti di questa profonda
innovazione nel sistema di accesso alle prestazioni sociali agevolate nel
nostro paese. I dati, illustrati sinteticamente di seguito, sono presentati in
una nota pubblicata sul sito web del Ministero del lavoro e delle politiche
sociali (Quaderni della ricerca sociale flash, n° 33).
Nei
primi tre mesi del 2015 le Dichiarazioni Sostitutive Uniche presentate sono in
numero sostanzialmente pari a quelle dello stesso periodo dell'anno scorso,
superiori in oltre metà delle regioni; rafforzati i controlli sui conti
correnti e sul patrimonio mobiliare.
Innanzitutto,
si registra una buona capacità del sistema ISEE di assorbimento delle nuove
procedure. Ricordiamo che accanto a un ISEE profondamente riformato, è cambiato
anche il modo in cui si richiede l'indicatore. Non più sulla base di
informazioni tutte autocertificate, ma con la "post-compilazione"
della dichiarazione da parte di INPS mediante rilevazione automatica delle
informazioni nei propri archivi e in quelli dell'Agenzia delle entrate. Allo
stesso tempo sono stati rafforzati i controlli, in particolare sui conti
correnti e sul patrimonio mobiliare in generale. A fronte di tali importanti
novità, nel primo trimestre si è registrato sostanzialmente lo stesso numero di
DSU dell'anno prima. Infatti, dopo le prime settimane di gennaio, in cui il
flusso di dichiarazioni è stato praticamente fermo per ragioni non
riconducibili alle innovazioni procedurali ma al mancato rinnovo nei tempi
della convenzione che lega l'INPS ai CAF -canale quasi esclusivo di accesso al
sistema- nel bimestre successivo, dal punto di vista del numero di DSU
presentate, può dirsi sostanzialmente colmato il gap rispetto al 2014. Anzi, in
oltre metà delle regioni italiane il numero di DSU presentate nel primo
trimestre dell'anno è stato superiore rispetto all'anno scorso. Rimane un certo
arretramento delle regioni più popolose del Mezzogiorno; ma qui appariva
anomalo negli anni passati l'elevato numero di DSU presentate a fronte delle
prestazioni erogate attraverso l'ISEE in tali territori. Anche dal punto di
vista dei tempi di rilascio dell'indicatore si registrano buone notizie: dopo
le difficoltà delle prime settimane, già da febbraio sono stati rispettati i
tempi previsti dal regolamento (10 giorni lavorativi) mentre a fine marzo tali
tempi erano dimezzati.
Per
due terzi della popolazione il nuovo Isee è più favorevole o indifferente
rispetto al vecchio; per il terzo per cui è meno favorevole pesano i valori
patrimoniali – Le DSU con patrimonio mobiliare nullo passano da quasi il 75% a
meno del 25%
Quanto
all'impatto delle nuove regole sul valore dell'indicatore, trovano conferma in
questi primi dati gli obiettivi che erano stati posti al centro della riforma.
In particolare, sulla popolazione nel suo complesso non si osservano
particolari variazioni nella distribuzione per classi di ISEE. Gli ordinamenti,
però, sono molto cambiati: per circa due terzi della popolazione il nuovo ISEE
è più favorevole (45,3%) o indifferente (19,7%) rispetto al vecchio. Per il
terzo di popolazione per cui il nuovo indicatore è meno favorevole, ciò dipende
dai valori patrimoniali: il patrimonio infatti pesa molto di più nel nuovo
indicatore, da meno di un settimo (13,6%) a più di un quinto (20,5%). Per
effetto del maggior valore del patrimonio, la media generale aumenta (di circa
l'8%), ma comunque la mediana (il valore che separa il 50% più povero da quello
più ricco) diminuisce. L'indicatore inoltre è molto più veritiero; i redditi
non sono più autodichiarati, ma rilevati direttamente presso l'anagrafe
tributaria (si stima in circa un quarto delle DSU la presenza di
sottodichiarazioni nel vecchio ISEE), mentre con riferimento alla disponibilità
di risorse allocate in conti correnti o in depositi di altro tipo l'annuncio
del rafforzamento dei controlli ha risultati eclatanti: le DSU con
l'indicazione di nessuna disponibilità di risorse relative a conti correnti o
depositi analoghi passano da quasi il 75% a meno del 25%. Quanto ad alcuni
sottogruppi di popolazione, nel caso dei nuclei con minorenni la distribuzione
per classi di ISEE è sostanzialmente identica a quella del vecchio indicatore
(ancora più che per la popolazione complessiva). Comunque si osserva una quota
leggermente superiore di coloro che sono favoriti dalla riforma rispetto alle
famiglie senza minorenni; inoltre, non si registra l'incremento della media
osservato per la popolazione nel complesso.
Discorso
a parte meritano i nuclei delle persone con disabilità. In questo caso le
regole di calcolo dell'indicatore sono state molto modificate e appare
opportuno un approfondimento. A differenza che per la popolazione complessiva e
per i nuclei con minorenni, nel caso delle persone con disabilità la
distribuzione per classi di ISEE cambia moltissimo con una densità molto
maggiore nelle classi più basse e un incremento in quelle più alte. In
particolare, rilevantissimo è il numero di nuclei per i quali l'ISEE si azzera:
passano da uno su dieci a uno su quattro. Ma la gran parte della popolazione
trova le nuove regole più vantaggiose: se prescindiamo dalle variazioni della
componente patrimoniale (di natura trasversale a tutti i gruppi di
popolazione), per circa quattro quinti dei nuclei le nuove modalità di
definizione dell'ISEE per le persone con disabilità sono più favorevoli (65,4%)
o indifferenti (11,7%).
Poletti: dati
incoraggianti, il nuovo sistema si dimostra più equo
"Si
tratta -sottolinea il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano
Poletti- di dati molto incoraggianti: la riforma dell'ISEE aveva come unico
obiettivo quello di rendere il sistema più equo, a partire dalla veridicità
delle dichiarazioni, ed è quello che sembra si stia verificando. Per gran parte
della popolazione si osserva una riduzione o una sostanziale stabilità
dell'indicatore, mentre l'ISEE aumenta solo laddove vi sono patrimoni
consistenti. Particolarmente soddisfacenti sono i risultati in termini di
emersione di valori precedentemente sottodichiarati o non dichiarati del tutto,
in particolare per quanto riguarda la disponibilità di risorse finanziarie,
allocate in conti correnti o altri tipi di deposito. Sembra quindi che i
"furbetti" del welfare abbiano vita meno facile con le nuove
regole". "Osservo inoltre con piacere -aggiunge Poletti- che tra i
gruppi più favoriti del nuovo ISEE vi sono le persone con disabilità".
Il
Ministro conclude sottolineando che "il monitoraggio e l'analisi dei
risultati -affidati anche ad un comitato consultivo, costituito dai
rappresentanti di Regioni, Enti locali, Sindacati, Associazioni dei disabili,
Forum Terzo Settore e Forum delle famiglie, che abbiamo già riunito
sottoponendogli questi primi dati- dovranno proseguire a mano a mano che le
dichiarazioni diverranno più rappresentative dell'intera popolazione che
nell'anno chiede l'ISEE per accedere a prestazioni sociali agevolate: dobbiamo
sempre farci trovare pronti a rivedere le nostre decisioni, se dovessero
produrre risultati non desiderati".
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