Sarà
disponibile da oggi sul sito dell’Inps, nella sezione Banche Dati e Bilanci,
alla voce Osservatori statistici, il documento “Statistiche in breve–Lavoratori
Domestici”, che analizza l’andamento del lavoro domestico in Italia nel 2014.
Dai
dati raccolti emerge che lo scorso anno i lavoratori domestici che hanno avuto
contributi versati all’Inps sono stati 898.429. Rispetto al 2013 si registra una
diminuzione del 5,8% (in valore assoluto sono 54.940 lavoratori in meno
rispetto allo scorso anno) quasi tutta imputabile alla componente maschile e
immigrata.
A
salire, in controtendenza con il dato complessivo, è invece il numero dei
lavoratori domestici di nazionalità italiana, che aumenta del 4,3% (205.789 nel
2014 contro 197.373 nel 2013).
Anche
nel 2014 si conferma la netta prevalenza delle donne, 781.392 (l’87% del
totale), rispetto agli uomini, che sono 117.037.
I
lavoratori domestici sono maggiormente concentrati nel Nord-Ovest (30,0%) e al
Centro (28,6%). Nel Nord-Est si trova il 19,7% degli occupati, mentre al Sud e
nelle Isole, rispettivamente, il 12,8% e l’8,8%. La regione con la massima
presenza di lavoratori domestici è la Lombardia (18,4%), seguita dal Lazio
(15,2%), dall’Emilia Romagna (9,1%), Toscana (8,4%) e Piemonte (8,1%).
Nella
suddivisione per classi di età, quella che fa registrare la maggior frequenza è
la classe “45-49”anni, con 147.604 lavoratori (16,4%). Il 9,3% ha un’età superiore
ai 60 anni, mentre solo il 2,7% ha un’età inferiore ai 25 anni.
La
ripartizione secondo la tipologia di rapporto di lavoro mostra infine che il
59,5% dei lavoratori domestici ha un contratto come colf, mentre il 40,5% sono
badanti.
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