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sabato 30 maggio 2015

Tfr in busta paga: un flop. Lo rileva l’Osservatorio della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro

Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, Comunicato del 30 maggio 2015

Roma, 30 maggio 2015 - Su un campione di 1 milione di lavoratori, la scelta di liquidare il TFR in busta paga è stata effettuata solo da 567, ossia lo 0,0567%.

E’ questo il risultato dell’adesione dei lavoratori registrata a quasi due mesi di vigenza dell’articolo 1, commi da 26 a 35 della legge 23 dicembre 2014, n.190 (Legge di Stabilità 2015).

La norma è stata attuata dal DPCM 20 febbraio 2015 n.29 il quale è entrato in vigore il 3 aprile scorso.

I lavoratori dunque, a partire da questa ultima data, hanno avuto la possibilità di presentare la loro istanza per liquidare il proprio TFR in busta paga fino a giugno 2018.

Tuttavia per espressa previsione del DPCM la liquidazione in busta paga del dipendente che ha fatto richiesta è ammessa a partire dal mese successivo a quello di presentazione dell’istanza: ossia a partire dal mese di maggio in corso.

Proprio in questi giorni sono partite le elaborazioni degli stipendi del mese di maggio 2015 da parte dei Consulenti del Lavoro che interessano 7 milioni di dipendenti e oltre 1 milione di aziende. In questa prima fase sono stati analizzati i dati delle grandi aziende (che mediamente occupano più di 500 dipendenti) e nei prossimi giorni l’analisi si sposterà sulle micro imprese.

Dopo questa prima fase di elaborazione di quasi 1 milione di stipendi il risultato sulla liquidazione in busta paga del TFR è il seguente: solo 567 lavoratori ossia lo 0,0567% dei lavoratori interessati ha scelto di liquidare il proprio TFR in busta paga.

L’identikit dei lavoratori richiedenti è il seguente:

Collocazione geografica

- 75% centro nord

-  25% al sud

Settore di appartenenza

- 43% commercio, terziario e turismo

- 18% industria

- 9% piccola industria

- 12% artigianato

- 18% altro

Fasce di reddito dei lavoratori richiedenti:

Fino a 20.000 euro
25%
Fino a 30.000 euro
50%
Fino a 40.000 euro
18,75%
Oltre 40.000 euro
6,25%

- Solo il 10% dei lavoratori che hanno scelto di liquidare il TFR in busta paga lo hanno tolto da un fondo pensione integrativo, negli altri casi il TFR era destinato all’INPS poiché dipendenti di aziende con più di 50 dipendenti

E’ stato ascoltato un campione significativo dei lavoratori che non hanno effettuato la scelta e sono stati chiesti i motivi:

La tassazione ordinaria è troppo penalizzante
60%
Togliere il TFR dal fondo pensione mi crea un danno per la
Pensione
16%
Non ho ancora valutato adeguatamente
20%
Altro
4%

"I Consulenti del Lavoro all'indomani dell'approvazione dell'operazione 'Tfr in busta paga' avevano preventivato una scarsa adesione. Oggi ne abbiamo la conferma è il dato non ci stupisce", ha commentato la Presidente del Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro Marina Calderone.
 
"Questo insuccesso è l'ennesima dimostrazione che la politica ha spesso la percezione delle esigenze del mondo del lavoro ma non è in stretto contatto con chi parla tutti i giorni con lavoratori e imprese. La bontà del provvedimento è apprezzabile, ma non la sua struttura tecnica poiché la tassazione applicata a questa misura ne ha determinato il suo insuccesso fino ad oggi. I Consulenti del Lavoro gestiscono circa 8 milioni di rapporti di lavoro e sono come sempre, attraverso il Consiglio Nazionale che presiedo, a disposizione del Governo per studiare preventivamente e in corso d'opera qualsiasi misura vada ad impattare sul mondo del lavoro e dei lavoratori”.

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