Partecipazione
e inclusione, non discriminazione, pari opportunità, accessibilità, libertà di
movimento sono i principi alla base del provvedimento – adottato con l'ampia
maggioranza di voti favorevoli – che sollecita la piena adozione dei contenuti
della Convenzione Onu ratificata nel dicembre 2010
BRUXELLES
– Forte sostegno per la piena attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite
sui diritti delle persone con disabilità: questo il contenuto della recente
risoluzione approvata, la scorsa settimana, dal Parlamento europeo e adottato
con una maggioranza schiacciante di voti a favore.
Il
risultato di un lungo momento di confronto. Il provvedimento è stato varato al
termine di una discussione plenaria e di un’audizione pubblica che ha visto
politici, rappresentanti del movimento dei disabili e istituzioni dell’Unione
europea discutere dello stato di avanzamento dell'applicazione della
Convenzione Onu. La risoluzione rappresenta, così, un momento di sintesi che
sollecita Bruxelles a un pieno coinvolgimento nel monitoraggio e
nell’implementazione dell’accordo internazionale, in particolare per quanto
riguarda un necessario processo di revisione realizzabile mediante un dialogo
costruttivo tra l'Ue e l’Organizzazione delle Nazioni Unite.
I
molti punti ancora inevasi dell’accordo internazionale. Partecipazione e
inclusione, non discriminazione, pari opportunità, accessibilità, rispetto
delle capacità dei minori disabili, libertà di movimento sono i capisaldi della
Convenzione ai quali l'Europarlamento dovrà provvedere a conferire adesso
pienezza di significato. Malgrado la Convenzione delle Nazioni Unite sia stata
ratificata nel dicembre 2010, infatti, la sua applicazione è ancora assai
lontana dall'essere soddisfacente: in particolare per quanto riguarda la parità
di diritti nella partecipazione alle elezioni – sia come votanti che come
candidati – la piena accessibilità ai siti web e la libertà di movimento
all'interno dell'Ue.
“Essenziale
un approccio coordinato tra gli Stati membri”. Per ovviare a questo ritardo
generale – è stato sottolineato dagli eurodeputati – serve un approccio
coordinato tra gli Stati membri. Sono circa 80 milioni le persone che,
nell'Unione europea, hanno una forma di disabilità: una fascia ampia di
popolazione – come testimoniano le informazioni fornite dall'Agenzia dell'Ue
per i diritti fondamentali – costretta ad affrontare quotidianamente
discriminazioni e ostacoli nell’esercizio dei propri diritti in condizioni di
parità. In tale contesto si segnala, inoltre, il perdurare dell’assenza dell’Eu
Accessibility Act, un atto europeo in materia di accessibilità che la
Commissione ha “promesso” già nel 2011.
Gli
ostacoli all’adozione del Trattato di Marrakesh. A motivare ulteriormente
questa risoluzione anche le recenti indiscrezioni secondo cui Italia, Germania
e Regno Unito, insieme ad altri Paesi, starebbero rallentando l’attuazione del
Trattato di Marrakesh, l’accordo internazionale già firmato dall'Ue nell'aprile
del 2014 che dispone un regime per lo scambio transnazionale di libri in
formato accessibile. Strasburgo – si legge, dunque, nel provvedimento – “si
impegna a collaborare attivamente con gli attori interessati per trovare una
soluzione pragmatica ai fini dell'adesione al trattato di Marrakech”.
Tra
i punti affrontati anche la parità di accesso al mercato del lavoro.
L'Europarlamento ha invitato, infine, la Commissione europea a fornire
spiegazioni per assicurare legalmente che alle persone con disabilità sia
garantita la fruizione di pari opportunità, diritti fondamentali, parità di
accesso ai servizi e al mercato del lavoro, nonché gli stessi diritti e doveri
in materia di accesso alla previdenza sociale. “Tutte le persone con disabilità
devono godere del diritto di libera circolazione che è proprio di tutti i
cittadini dell'Ue”, dispone la risoluzione, sottolineando la necessità di
migliorare l'attuazione della legislazione dell'Ue per assicurare che possano
viaggiare autonomamente utilizzando tutti i mezzi di trasporto, compresi quelli
pubblici.
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