In
serata è prevista la discussione in Aula del provvedimento e, stando alle
indiscrezioni, il via libera di Palazzo Madama dovrebbe arrivare per il
prossimo 8 aprile.
Le
novità relative alla disciplina dei rapporti di lavoro riguardano,
essenzialmente, la categoria dei dirigenti. Quelli privi di incarico verranno
collocati in disponibilità e, decorso un determinato periodo, decadranno dal
ruolo unico. La dirigenza, inoltre, sarà articolata in ruoli unificati, con
piena mobilità.
La
riforma prevede, altresì, l'eliminazione dell’attuale distinzione in due fasce
e stabilisce che gli incarichi dei dirigenti avranno una durata di triennale,
rinnovabili una sola volta al di fuori di
bando e selezione.
Per
accedere alla carica di dirigente a tempo indeterminato, gli interessati, oltre
al concorso, dovranno superare anche un ulteriore esame dopo i primi anni di servizio.
Un
emendamento approvato nell’ultima ora sancisce il definitivo superamento degli
automatismi nella progressione della carriera, che, d’ora in avanti, sarà
subordinata ad una specifica valutazione e, dunque, dipenderà dal merito.
Infine,
nel Ddl è stata ribadita la definizione di limiti assoluti per il trattamento
economico complessivo.
Valerio
Pollastrini
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